Stezzano«Il nome e comunque il logo della Stezzanese sopravvivranno, come il calcio a Stezzano. Ma al centro sportivo di via Isonzo adesso c’è anche il rugby. E nel progetto abbiamo aggiunto un secondo campo in erba artificiale». Due club pronti a trasferire armi e bagagli, l’Orobica Femminile e l’Elav Dalmine, che cambiano nome adottando quello del paese. Formalità da concretizzare, come annunciato dagli interessati e dal sindaco Elena Poma: «La nostra preoccupazione era di accompagnare alla riqualificazione degli impianti una nuova progettualità sportiva, anche considerando il trasferimento del tennis presso le piscine – spiega il primo cittadino -. L’accordo con queste due società è la risposta alla crisi di utilizzo e di partecipazione, soprattutto dopo il vuoto lasciato dalla squadra in cui la comunità si è sempre riconosciuta: siamo alla ricerca e alla definizione di una nuova identità». Convenzione in arrivo, dunque, con la gestione del bar alle girls della sfera a esagoni e la manutenzione del campo alla palla ovale: «L’obiettivo è di implementare l’offerta sportiva sotto l’egida della partecipata comunale – puntualizza l’ingegner Mario Foti, amministratore unico di Piscina Comunale Stezzano Srl S.S.D., subentrata da gennaio al precedente concessionario -. Siamo in grado di integrare le diverse discipline per ampliare il portafoglio di scelta dei ragazzi del territorio: contare su due movimenti in crescita è la base di tutto».
Quanto al rimpianto per i rossoblù traslocati a Mapello, resta l’amaro in bocca per una vicenda che ha attraversato primavera ed estate lasciando una scia di polemiche: «Dal 2009 fino a oggi l’amministrazione comunale ha erogato 102.022,58 euro alla defunta Stezzanese, più 6 mila all’anno alla Olimpus che ha gestito via Isonzo fino al 31 dicembre scorso – rimarca Poma -. Non possiamo sentirci responsabili per la morte del sodalizio: era in atto una convenzione tra privati, di cui uno lamentava perdite d’esercizio. Al netto dei contributi pubblici la spesa per l’utilizzo del campo, a cui era già prevista l’aggiunta di ulteriori spogliatoi, era di 4 mila circa. Non è certo per queste cifre che la gloria sportiva del paese è venuta a mancare». Sul mancato accordo con la dirigenza mapellese per mantenere in loco il settore giovanile, a chiarire è l’assessore allo Sport Michela Regonesi: «Non potevamo avallare la richiesta di uso a titolo gratuito dei campi senza il nome di Stezzano nella ragione sociale. In ogni caso al nostro incontro con le famiglie dei tesserati per discutere della questione se n’era presentata una sola». Il titolare dei lavori pubblici, Marco Rota, sottolinea l’impegno per l’ammodernamento e la messa a norma del santuario di football e rugby (ma anche del frisbee) per 2 milioni complessivi a carico del Comune: «Oltre al blocco spogliatoi per 4 squadre c’è la trasformazione delle 4 tensostrutture in palestre polivalenti e la pavimentazione della pista di atletica da rifare».
E il paio di novità succulente del panorama del glorioso borgo dei Conti Moroni e delle ville patrizie? Voce anche a loro: «Abbiamo 60 tesserati stezzanesi sui 200 dai 5 anni in su, la crescita esponenziale ci imponeva di trovare una nuova sede in cui organizzare anche la clubhouse e il terzo tempo, aspetti fondamentali della nostra offerta formativa: abbiamo le carte in regola per presentarci come il primo polo del rugby bergamasco, siamo in C1, in panchina c’è un ex All Black come John Akurangi», sottolinea il dirigente Nicola Morandini. Cui fa eco il pari grado Stefano Grossi: «Siamo uno sport di gruppo e di combattimento, intriso di valori fortissimi. Sessanta famiglie di Stezzano contano su di noi, una delega con riflessi sul piano educativo non indifferenti». Parola all’Orobica, con una sorpresona: «Entro il 2018 puntiamo a varare la prima squadra interamente maschile, impegnandoci già da ora per quelle miste a livello giovanile – dichiara Alessia Giudici, responsabile della scuola calcio OCF -. L’accademy deve occuparsi dello sviluppo della persona, non solo dell’atleta». Il ras del vivaio Gian Luca Nicoli e la responsabile della prima squadra Marianna Marini ringraziano la classe dirigente d’adozione: «Abbiamo colto al volo la chance di avere un punto fermo per la nostra attività e un posto che ci accogliesse per consentirci di proseguire un lungo cammino. Dalla scuola calcio alla serie B nazionale, siamo una realtà con 120 aderenti di cui 25 maggiorenni, con istruttori qualificati Uefa A e B. Possiamo essere un valore aggiunto».
SF