E’ scomparso Domenico Ghisleni. Aveva 83 anni e da tempo aveva problemi di salute. Lascia la moglie Carla e i figli Rossella e Stefano. Con il fratello Sandro, scomparso due anni fa, aveva fondato la “mitica” Virescit. Insieme anche nell’attività lavorativa, un’ azienda di supporti per macchine da scrivere, registratori di cassa e arredamenti per ufficio. Dalla Seconda Categoria prima come Oratorio Boccalone, poi dalla Promozione alla soglia della serie B. Dopo le delusioni in qualità di tifosi milanisti, Sandro e Domenico hanno deciso di investire in proprio nel mondo del calcio di fine anni Settanta: “Proviamo a volare alto anche noi”. E senza pudore perché altrimenti non sarebbe nata la Virescit.
Nella lunga intervista concessa al sottoscritto per il libro “La favola viola”, Domenico ha chiarito il suo ruolo: “Non sempre ho condiviso le scelte di mio fratello ma le ho sempre accettate perché era giusto così. I ruoli devono essere rispettati e lui era il presidente. Comunque la occasioni di dissenso sono state molto poche”. Domenico si è subito ritagliato il ruolo di trait d’union tra la squadra e la società. Quando c’era aria di crisi, di malumori, di incomprensioni e magari di litigi tra giocatori e allenatori, era lui ad allentare la tensione con le sue battute proverbiali, smussava gli spigoli prima del verdetto del fratello. Gioviale, sempre col sorriso sulle labbra, ha sempre cercato di sdrammatizzare anche nelle sconfitte concenti ed era capace di esaltarsi nelle grandi vittorie. Ha concluso così la nostra intervista: “La Virescit è stata l’orgoglio della mia vita”. Adesso in qualche luogo dell’empireo, sconosciuto a noi umani, ritrova Sandro e Luciano Magistrelli. Discuteranno di calcio. Domenico, ti sia lieve la terra.
Giacomo Mayer

Nella foto di copertina, Domenico Ghisleni con Giacomo Mayer e Paolo Marabini durante la presentazione del libro “La favola viola”. Qui sotto, Domenico col fratello Sandro