Mi chiamo Daniele Roncalli, ho 21 anni, abito a Sotto il Monte e al momento studio comunicazione all’Università di Bergamo. La mia vita fin qui non è assolutamente quella di un reduce di guerra, semplicemente quella di un comune ragazzo che ama il calcio e lo sport in generale. Tuttavia c’è forse una cosa che mi distingue dai miei coetanei con la medesima passione: quando ero piccolo, a me il calcio non piaceva proprio, o per lo meno non interessava. Come spesso capita ai bambini, all’età di 10 anni i miei genitori, convinti forse da mio fratello (calciatore già da una decina d’anni), mi iscrissero nella squadra di calcio del mio paese per fare in modo che facessi un po’ di attività fisica. I primi mesi li passai con un po’ di malavoglia, ma lentamente la mia passione per il calcio iniziò a crescere, anche grazie al mio allenatore Manuel, che non si limitava a dirci come tenere il piede o che movimenti fare, ma ci insegnava anche a essere una squadra e soprattutto a divertirci.
Quel mio primo approccio con il mondo del pallone mi ha insegnato a giocare ma non mi ha certo reso un ottimo giocatore, tuttavia mi instradato lungo un percorso che tutt’ora percorro.
Prima dell’inizio delle scuole superiori decisi di smettere di giocare per una serie di motivi, ma ciò non mi allontanò dal calcio giocato: le partitelle tra amici il sabato pomeriggio non mancavano mai (e non mancano nemmeno ora).
Dopo aver ottenuto il diploma, una nuova proposta mi ha permesso, dopo 5 lunghi anni, di calpestare di nuovo il rettangolo verde: diventare allenatore di una squadra locale di scuola calcio. Forse perché desideroso di respirare di nuovo in prima persona il profumo dell’erba forse perché speravo di insegnare alle nuove leve ciò che io avevo imparato alla loro età, decisi di accettare e di tuffarmi in questa nuova avventura che tuttora proseguo.
Chi lo avrebbe mai detto che da totale indifferente nei confronti del mondo del calcio sarei diventato appassionato a tal punto da vedere tutte le partite possibili, seguire tutte le notizie legate a questo sport, allenare i pulcini del Piana-Botta (la squadra di scuola calcio che mi era stata affidata e che nel frattempo è cresciuta) e scrivere articoli per un giornale che tratta di sport? Io no di certo, ma la vita, così come il calcio, è imprevedibile e questo io l’ho vissuto sulla mia pelle.
Daniele Roncalli