Ersid Pllumbaj, ex calciatore della Virtus Ciserano Bergamo – che all’epoca della sua militanza si chiamava soltanto Virtus Bergamo – sta vivendo un momento personale molto delicato. Il calciatore intervistato dalla redazione di GianlucaDiMarzio.com ha raccontato quanto gli è accaduto negli ultimi due anni. I fatti risalgono al 24 agosto del 2019, alla vigilia della partita di Coppa Italia tra Crema (sua squadra all’epoca dei fatti) e Fiorenzuola.

A tavola con i compagni, Ersid avverte uno strano formicolio al braccio, come già accaduto qualche giorno prima: “Arriva l’ambulanza, mi ricoverano in ospedale e mi fanno tutti gli accertamenti del caso, esattamente come successo dopo il malore di alcuni giorni prima in amichevole. Non trovano nulla che non va e mi dimettono”. 

Sembra soltanto un falso allarme, in realtà il peggio deve ancora arrivare:

 “La mia è una battaglia difficile da spiegare, perché ho dovuto far capire a tutti, anche alle persone a me più care, che il mio non era un male ‘immaginario’ come i medici mi volevano far credere. Mi dicevano di andare da uno psicologomi davano delle gocce per tranquillizzarmi e dormire. Ma io non ero pazzo, il mio era un malessere reale non un problema mentale”.

Costretto ad abbandonare temporaneamente il calcio e dopo uno svariato numero di visite specialistiche senza esito, la svolta arriva nel settembre del 2020:

Sono a Milano a cena con alcuni amici. Uno di loro, conoscendo la mia storia, mi dice ‘mio papà è medico, ti fisso una visita con lui’. Accetto, anche se ormai ero quasi rassegnato al responso”.

E invece, il problema viene definitivamente alla luce: sindrome di Dunbar.

“Una malattia rara che riguarda il tripode celiaco, un voluminoso ramo arterioso. Senza entrare troppo nel dettaglio: è emerso che questa arteria è otturata al 50% e ciò mi crea spasmi, spossatezza e tanto altro. Tutti problemi che non mi hanno mai abbandonato in questi lunghi mesi”.

Il 19 aprile, l’attaccante albanese classe 1989 si sottoporrà ad un intervento chirurgico finalizzato alla risoluzione del problema che lo tormenta da oltre un anno. In fondo al tunnel inizia a scorgersi un raggio di luce. La voglia di tornare a giocare e a fare goal rimangono quelle di sempre.