Terre di Mezzo prosegue il suo programma ricco di manifestazioni nell’anno di Bergamo e Brescia Capitale della cultura 2023 con un’iniziativa che saprà toccare le corde della solidarietà e dell’emotività. Sabato 24 e domenica 25 giugno si svolgerà il “Cammino di Marcella” con partenza da Bergamo ed arrivo a Brescia (tappa intermedia a Urago d’Oglio), una camminata di 24 ore che si dipanerà per 70 chilometri attraversando le due province e ben tre parchi fluviali. Il programma Organizzata da L’Impronta/Microeditoria, Fondazione Cogeme e Comune di Urago
d’Oglio (con la collaborazione di CAI Chiari, Oratorio Fiumicello e Camminiamo poi sognamo), la camminata prenderà il via sabato 24 dal Municipio di Bergamo alla presenza delle autorità (h. 9,15) attraverserà i territori di Seriate, Cavernago (h. 13,15), Ghisalba, Martinengo, Cortenuova (h.17,45), Calcio, Urago d’Oglio (h. 21,00 – incontro aperto al pubblico in Piazza Marconi con la presenza del Sindaco Gianluigi Brugali e l’assessore Gloria Chittò), Chiari, Rovato (h. 1,45), Travagliato (h. 4,45) , Roncadelle, Brescia (h. 9,15 – piazza della Loggia alla presenza delle autorità)

Il “cammino di Marcella” nasce da un evento tragico vissuto dalla torinese Anna Rastello e la sua famiglia nel 1997 quando, a seguito di un drammatico incidente stradale, la piccola Marcella subisce una gravissima invalidità che le toglie per sempre l’uso delle gambe e degli arti. Da allora mamma Anna decide, dopo un lungo e doloroso travaglio interno, di portare il messaggio della disabilità per le strade d’Europa attraverso questo “cammino” itinerante. Oggi questa iniziativa toccherà i nostri territori, unendo le due città nel segno della disabilità, della diversità e della riflessione verso una condizione che ancora troppo spesso viene sottovalutata da chi non ha problemi fisici limitanti. Nel tempo però, grazie all’opera di sensibilizzazione di persone come Anna, questa “diversità” è diventata ulteriormente visibile. Un vero e proprio fascio di “luce di speranza” è stato acceso su una realtà che troppo spesso deve lottare con vincoli, pregiudizi, ostacoli anche burocratici che rendono la vita di queste persone un’ulteriore sofferenza.

Abbiamo incontrato Anna per raccontarci le sue sensazioni prima di affrontare questa nuova iniziativa. Anna, la “cassa di risonanza” di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura appare
un’ottima occasione per portare il messaggio che da anni accompagna la sua missione di consapevolezza e speranza. “Eh sì, e ringrazio coloro che mi hanno invitata e mi hanno supportata nell’organizzazione di questo evento, con un pensiero speciale a Beniamino Grasselli, colui che tra il resto ha tracciato il percorso. Il Cammino di Marcella 24h/24 si trova perfettamente inserito in un programma legato alla cultura, perché il cambiamento dello sguardo su disabilità e fragilità è, innanzitutto, l’espressione di una differente visione del mondo, dove non ci sono gruppi distinti e separati, Noi e Voi, ma in cui ogni persona, con le proprie caratteristiche, è elemento creativo ed essenziale per la costruzione di una società migliore”. La mobilità dolce, che solo un cammino a piedi offre, permette di dare voce ai propri pensieri, senza l’assillo del tempo e di incontrare realtà sempre diverse tra loro ma ricche di cose da offrire e da acquisire. In questi anni quanto l’ha arricchita questa attività in termini di esperienza umana? “Essendo una persona estremamente curiosa sono sempre andata alla ricerca di nuove soluzioni e di stimoli che mi permettessero di affrontare la vita e le difficoltà guardandole da angolazioni differenti. Nel 2011, compiendo Il Cammino di Marcella, ho scoperto quanto sia importante approcciarsi alla realtà che ci circonda anche concretamente e fisicamente con lentezza, quella lentezza che dona profondità, allontana preconcetti e pregiudizi, e, passo dopo passo, nell’ascolto, nell’attenzione e nel silenzio spesso si è creata quell’empatia che mi ha permesso di scoprire nuovi sguardi e nuovi spunti di riflessione che talvolta hanno rivoluzionato i miei pensieri, facendomi cogliere nuove opportunità sia per un cambiamento personale sia per un cambiamento culturale”. Marcella oggi è cresciuta ed è diventata donna. Il primo pensiero al momento dell’incidente fu “se la ritrovo, vado a Lourdes a piedi”, un voto che ha moltiplicato proprio con “Il cammino di Marcella”. Questa è la forza dell’amore e della fede, che hanno permesso di superare il dramma iniziale. Guardando avanti cosa si sente di consigliare a chi vive situazioni come quella della sua famiglia?  “Il primo consiglio è creare relazioni, capire che altri hanno già fatto quel percorso e che nella condivisione le complessità si affrontano con maggiore leggerezza. In secondo luogo, comprendere profondamente che non ci si deve fermare alla disabilità di una persona, ma si devono valorizzare tutte le sue abilità. E infine essere sempre profondamente convinti che ogni vita ha dignità e si merita di essere vissuta, fino in fondo”. Nel prossimo week end percorrerà le strade di Bergamo e Brescia, portando con sé la semplicità di un messaggio che diventa anche cultura del rispetto verso la disabilità. Sono territori dove volontariato e attenzione al disagio sono temi conosciuti e sviluppati. Possiamo dire che si sentirà un po’ come a casa? “Certamente mi aspetto molto da queste ventiquattr’ore di cammino e dai numerosi incontri che farò! Saranno in tanti a riempirmi il cuore di nuovi ricordi e nuove suggestioni. Vengo per donare ciò che la vita mi ha permesso di imparare, sia dalla mia esperienza personale e famigliare (ho avuto undici figli, tre del cuore e otto rimasti nel cuore dopo lunghi tratti di vita percorsa insieme in affidamento famigliare) sia dagli intensi scampoli di vite che mi sono state raccontati, ma allo stesso tempo vengo per accrescere il mio bagaglio di conoscenze e, se possibile, per creare nuovi legami e nuovi corto circuiti tra mondi e realtà perfino dissimili e lontani”. Ascoltare le parole di Anna apre il cuore e rende ancora più naturale, come dovrebbe essere, la condizione di diversità. Lei, con grande intuito, da donna forte pur nella fragilità di un evento che Le ha cambiato la vita di mamma, ha fatto di un dramma un veicolo di speranza e di attenzione che non va sottovalutato. Chi vorrà partecipare attivamente troverà nel suo esempio uno sprone ad affrontare non solo la fatica fisica di un lungo cammino, ma la gioia di poterlo fare per una causa importante essenziale per rompere gli steccati dell’indifferenza e dell’egoismo.

Giuseppe De Carli