Una vittoria sofferta ma con i tre punti l’Atalanta sale al sesto posto della classifica. Adesso c’è la conferma: Atalanta-Lazio è una sfida mai banale perché gol, sorprese e colpi di scena si trasformano dall’immaginario collettivo in realtà. Stavolta non ci sono stati i fuochi d’artificio ma l’Atalanta è stata protagonista di una prova di estrema concretezza. Solida ed efficace contro una Lazio mai doma e sempre pericolosa. Certo il gol dopo un minuto del solito Zapata, un timbro a giornata, e sono sei, ha cambiato lo svolgimento della partita. Atalanta più indietro ma sempre pronta a ripartire. La Lazio, smaltito lo stordimento iniziale, ha alzato il ritmo a cercato, riuscendovi spesso, ad imporre le iniziative d’attacco sempre innescando un veloce e attento Correa che faceva da spalla ma anche da suggeritore per Immobile. E allora i tre difensori atalantini si occupavano di chi capitava dalle loro parti. Immobile veniva preso al centro da Palomino, se svariava a sinistra toccava a Toloi mentre Mancini con maggior costanza era su Correa, il più difficile da fermare. Anche perché da quelle parti arrivava anche Marusic, in mezzo Frueler-Parolo, un duello senza esclusione di colpi, De Roon vigile, attento su Milinkovic. Poi in avanti Zapata, non solo per il gol, metteva sempre in allarme Wallace e Acerbi e dall’altra Ilicic, non sempre preciso, era sempre pronto a colpire. Dopo il gol di Zapata, l’Atalanta provava ancora a colpire. Ma piano piano cresceva la Lazio, conquistava la superiorità numerica a centrocampo perché Badelj, dopo aver lasciato ampia libertà di movimento al Papu, prendeva terreno e diventava l’uomo in più. La Lazio provava con lanci improvvisi per Immobile e in un’occasione sfiorava il gol ma Berisha bloccava il bomber biancazzurro, poi con una manovra avvolgente, prima ragionata, poi più convinta passando all’assalto della difesa nerazzurra che si salvava, seppur con qualche pasticcio, e con le parate di Berisha. Non cambia l’atmosfera nel secondo tempo anche se nella prima parte è più Atalanta e meno Lazio. Le solite vampate nerazzurre e le risposte in agilità dei laziali, poi diventa un gioco di scacchi: Inzaghi prova con Lukaku e Luis Alberto (fuori Badelj e Marusic), Gasperini risponde con Pasalic per Ilicic, protagonista di una prova così così, mentre l’ingresso in campo di Dijmsiti per Palomino è causato da un infortunio muscolare dell’argentino. E allora se la Lazio attacca, l’Atalanta prova con risposte collettive, nel senso che ad attaccare avanza tutta la formazione nerazzurra. E l’ultimo quarto d’ora propone la Lazio superoffensiva con Caicedo al posto di Wallace. Allora si ripete l’assalto finale come nel primo tempo, la coperta corta s’allunga con Masiello al posto di un generoso Gomez, efficace e brillante soprattutto nel primo tempo. Atalanta con la difesa a quattro e una bella diga, davanti Zapata capo brigata. Poi una palla lunga di Luis Alberto, Acerbis di testa infila Berisha. Arriva la Var, lungo conciliabolo e alla fine Orsato annulla per fuorigioco di Immobile e lo stesso Acerbi. Una lunga suspence. Un finale da cuori forti, una vittoria meritata.
Giacomo Mayer