Vince la squadra più forte, il Napoli, l’Atalanta lotta con coraggio ma non basta. E’ persino banale affermarlo ma è così. Gli azzurri di Ancelotti, subito in vantaggio con Fabiano Ruiz, costruiscono il loro successo nel primo tempo quando riescono ad imbrigliare i nerazzurri che faticano a superare le linee ben serrate degli avversari. Ancelotti ha affrontato l’Atalanta con gran rispetto, cone se avesse di fronte una pari grado che lotta per lo scudetto. “Il 4-1 sull’Inter ci ha spaventati” ha dichiarato a fine partita il tecnico partenopeo . Gli azzurri, lesti a sfruttare subito una cattiva posizione dei difensori atalantini, Mertens per Fabiano Ruiz che infila Berisha, hanno costruito la loro vittoria nel primo tempo. L’Atalanta, infatti, colpita a freddo, ha subito reagito, ha cominciato a portare palla e a dominare il gioco senza però mai tirare in porta e questo è stato una lacuna incolmabile per tutto il primo tempo. Perché il Napoli, vista la lezione subita dall’Inter, si è messo, senza tanti fronzoli, con uno scolastico ma efficace 4-4-2, chiudendo in maniera ferrea le due linee di gioco occupando, senza pietà, tutti gli spazi disponibili. Così messa la partita, i nerazzurri hanno faticato a creare problemi ad Ospina. E’ vero, ci sono stati un paio di tentativi di Zapata, il migliore, la spinta decisiva di Freuler e De Roon ma quando si capitava dalle parti delle difesa azzurra, gli atalantini non trovano buchi per infilarsi. Non solo ma il Napoli rispondeva con spettacolare efficacia in contropiede e il 2-0 era sempre nell’aria con le incursioni di un ottimo Fabiano Ruiz, di Mertens e di Insigne. Un intervento di Berisha e un palo dello scugnizzo napoletano, fischiato un fuorigioco che non c’era, si sono rivelati le avvisaglie di un possibile raddoppio che per nostra fortuna non si è verificato. L’Atalanta, che ha dimostrato di aver dimenticato Empoli, nella ripresa ha attaccato a testa bassa, da tutti i lati e con un riferimento come Zapata. Intensità, velocità e ritmo armi micidiali che hanno consentivo di arrivare al pari con il secondo gol in campionato del colombiano e poi ha anche cercato di vincere. Sul pari è balzata agli occhi di tutti la differenza tecnica delle due squadre anche perché hanno cominciato a diventare pesanti le assenze di gente come Toloi ed Ilicic. I nerazzurri sono calati, i partenopei hanno ripreso in mano le redini del gioco. Poi i cambi sono stati decisivi. Senza offesa per nessuno dei protagonisti ma il Napoli ha messo in campo Zielinski e Milik, autore del 2-1, mentre l’Atalanta ha schierato due giovani, magari promettenti, come Valzania e Tumminello. Ha giocato Rigoni: una prova altalenante, male nel primo tempo, meglio nella ripresa, in questo momento ci vuol altro per sostituire Ilicic. Ultima annotazione sul can can mediatico attorno a possibili cori razzisti dei bergamaschi. Ancelotti, alla fine, ha elogiato il pubblico orobico e, comunque sia, vorremmo ricordare che, dalle nostre parti, i supporters salviniani sono ancora in minoranza.
Giacomo Mayer