In tempi di incredibile abbondanza, con la Dea che tremare il mondo fa, la sola paura del mondo atalantino è legata al post Gasp. Chiunque arriverà, tra un anno o due, insomma quando il tecnico di Grugliasco avrà voglia di godersi il meritato riposo, si ritroverà a dover scalare una montagna alta come l’Everest. Questo perché Gian Piero è unico, il solo che sa trasformare il sale in pane, facendo esplodere giocatori di qualità, ma che prima di incontrarlo non riuscivano per un motivo o per un altro ad esprimere interamente il loro potenziale. E’ la storia di questi anni, all’Atalanta sei un campione, l’ultimo è Retegui, lontano ti perdi, sempre o quasi, leggasi Koopmeiners.
Lunga vita al Gasp, quindi, come recita uno striscione in Curva Nord, ma gli anni passano, e la carta d’identità ci dice che il nostro geniaccio lo scorso 26 gennaio ne ha compiuti sessantasette. L’uomo è in forma smagliante, ma prima o poi bisognerà immaginare un futuro senza di lui in panchina, sempre e comunque nel mondo Atalanta, ma con un ruolo diverso, lo immaginiamo come il grande vecchio, identico all’ultimo Ranieri a Roma. E chi meglio di Marten de Roon in un eventuale passaggio di consegne? Tra due stagioni il capitano ne avrà 36, e già ora è più di un calciatore, è l’immagine perfetta di questa Dea che se la gioca alla pari con le corazzate italiane ed europee, mettendoci ogni volta il cuore e i polmoni.
Magari è un sogno di mezza estate di un giornalista che ha avuto la fortuna di conoscere di persona l’olandese più bergamasco che esista, eppure più di una persona vicina all’ambiente nerazzurro ritiene che Marten sia una gran bella soluzione per un futuro che, comunque, si dovrà scrivere. Le qualità umane sono immense, l’esperienza accanto a Gian Piero straordinaria, il legame con la Dea e con i suoi tifosi è sentito e profondo. E de Roon, l’abbiamo detto, è un uomo del club, l’ideale testimonial dei valori nerazzurri, la garra, la maglia sudata sempre, la presenza quando c’è da sostenere la crescita dei giovani talenti del vivaio, a riprova la sua comparsata a Caravaggio per seguire l’Under 23 con la Torres e l’apparizione, proprio ieri, al Gewiss, ancora al seguito dei ragazzi di Modesto, questa volta impegnati contro il Cerignola.
C’è tempo, si vedrà, nel frattempo godiamoci questa immensa fortuna, Gasp e Marten, elementi fondamentali e imprescindibili della lunghissima favola bergamasca chiamata Atalanta.
Matteo Bonfanti
