Il dopogara di Francoforte è tutto, o quasi, nella sensazione espressa a parole dei giocatori di essere più liberi anche di dialogare con l’allenatore e nella triade di aggettivi di quest’ultimo, in sella da due partite ma esordiente assoluto in Champions League, in chiusura di conferenza stampa dal Deutsche Bank Park: “Coraggiosa, ambiziosa, non dico perfetta. Però abbiamo ritrovato l’Atalanta che volevano tutti. Spesso siamo stati un po’ lunghi, bisogna andare un po’ più a duello”. A tal riguardo, Raffaele Palladino svela un retroscena: “Ho cercato di toccare i tasti giusti nella loro testa
Ho appeso un foglio in spogliatoio chiedendo un aggettivo o una parola a testa su quale fosse secondo loro il Dna dell’Atalanta. Ne hanno scelti di bellissimi, tra ambizione, coraggio, fame, unione, intensità e sacrificio”.
L’altra parola d’ordine personale è ringraziamento: “Se siamo a 10 punti in questa fase il merito è anche della gestione precedente di Ivan Juric, che ringrazio per i grandi risultati ottenuti. Io non ho la bacchetta magica. E’ stata la vittoria del gruppo: ho solo cercato di far capire loro che serviva coraggio e bisognava metterci qualcosina di più”, rimarca il tecnico di Mugnano di Napoli, sconfitto all’esordio sulla panchina in riva al Golfo sabato scorso e trionfatore nel tris secco sulla ruota dell’Eintracht nella quinta giornata della League Phase per un decimo posto che fa sognare pure l’accesso diretto agli ottavi di finale.
“L’Eintracht è un’ottima squadra con grandi valori e il primo tempo è stato equilibrato, anche se abbiamo preso due pali. Ma nel secondo è uscito il nostro tasso tecnico elevato, anche di reparto, abbiamo creato occasioni. Abbiamo trovato la scintilla di cui parlavo alla vigilia. Ho visto i giocatori molto felici a fine partita – l’analisi di Palladino -. De Ketelaere ha fatto un lavoro fantastico in fase di non possesso sul loro play. Mi ha svelato di essere nato centrocampista e s’è visto. Sulla riconquista di palla voglio che gli attaccanti vogliano innescati subito e lui era sempre pronto lì davanti. Abbiano punte forti e voglio che vengano cercate di più, anche se oggi la squadra l’ha fatto in modo perfetto”.
Dall’esultanza al monito da ex di turno per il ritorno entro i confini, il passo è comunque breve: “L’Atalanta ha grandi valori e giocatori importanti. Ora umiltà, testa bassa e lavorare, perché domenica troveremo una Fiorentina agguerrita. Questa vittoria era importante per il percorso che stiamo facendo insieme, perché è stata voluta e trovata. Ho ereditato la squadra da quindici giorni, ma la alleno tutta insieme da sei col rientro dei nazionali. I giocatori recepiscono subito, sono dei soldati, dei robot. Ci sono cose da migliorare come la velocità di palla nel gioco da dietro e le seconde palle. Dobbiamo essere consapevoli di avere qualità ma serve sempre lo spirito di potersela giocare con tutti”. Infine, l’elogio del rientrante del crociato rotto il 13 aprile contro il Bologna: “Kolasinac è un grande uomo e un leader nello spogliatoio. Gli manca il ritmo gara ma era come se non avesse avuto alcun infortunio. Gli ho chiesto come stava e davanti al suo ‘bene’ mi sono rassicurato. A fine partita ha fatto un lavoro integrativo, sono felice di averle ritrovato”.
I giocatori: “Liberi anche di dialogare”
“Una vittoria importantissima in questa fase della stagione, non era semplice ma la squadra ha reagito con una grande prestazione in questo momento, non era semplice, grande la prestazione della squadra”
. Così Ademola Lookman, apripista della quinta di League Phase, davanti ai microfoni in zona mista. “Palladino vuole un calcio offensivo e divertente. Il tridente di Dublino? Giocare con Scamacca e De Ketelaere è molto semplice, sono giocatori di qualità. Adesso dobbiamo lavorare per migliorare il rendimento e i risultati anche in campionato”, ha continuato l’attaccante nigeriano. La cui chiosa lascia ancora un velo d’incertezza sul suo ruolo da separato in casa agostano: “Quello che è successo in estate è successo, anche se la gente è a conoscenza di alcune cose ma di altre non sa nulla. Sono concentrato sull’oggi, dobbiamo vincere le partite e migliorare ogni giorno”.
Anche Charles De Ketelaere s’è espresso in modo favorevole al tecnico subentrato: “Non saprei dire se sono o mi sento più libero di muovermi adesso, ma certamente è stata una vittoria meritata e importantissima. Dopo il vantaggio la squadra ha avuto l’energia per continuare ad attaccare. Abbiamo dimostrato di poter fare male alle avversarie, possiamo fare punti con chiunque e ovunque, siamo già alla seconda vittoria in trasferta. Una vittoria che fa bene anche ai tifosi che ci hanno seguiti in tanti”.
Lo spot vero e proprio, però, è di Ederson, che chiude la triade di marcatori in quest’ordine rigoroso, anche se nelle apparizioni a taccuini spianati è stato in realtà il primo. Sentite un po’: “Con Palladino mi sento libero di dirgli dove mi trovo meglio sul campo. Col cambio d’allenatore ci sono altre idee, è un altro ambiente – racconta il brasiliano -. Il mister ci dà tanta fiducia, con lui c’è dialogo, lascia tutti quanti molto liberi. Chiede sempre a chiunque che cosa pensi e durante la partita, se qualcosa non va bene, ci chiede cosa sentiamo noi da dentro il campo e se vogliamo cambiare”. Il centrocampista sottolinea il punto di svolta che può rappresentare questa partita stravinta: “Se si fa gol e si vince, ritrovare l’entusiasmo è più facile anche per il pubblico. In campionato non stiamo facendo tanto bene, ma questa è la prima vera vittoria di questa stagione. E’ arrivato il gol, ci voleva: mi ci sono buttato, la palla è arrivata e ho segnato. Come ci voleva correre di più, anche se non sono ancora al cento per cento dei recuperi. Dopo tanti anni di Gasperini, è un momento legato a un cambio di idee con l’avvicendamento in panchina. Pian piano troviamo il nostro gioco, De Ketelaere, Lookman e gli altri hanno fatto benissimo: ritroveremo l’Atalanta degli ultimi tre anni. Ultimamente ho sentito stanchezza a fine partita, ma non sento più niente nel ginocchio”. SF


giovedì 27 Novembre 2025
