Reggio nell’Emilia – «Stanotte mi sa che non dormo ancora, che grande emozione!». Il proemio di un dopogara stile facce allegrotte ce lo mette il presidente Antonio Percassi, capofila di un’Atalanta bellissima e vittoriosa nell’atto primo del ritorno in Europa dopo ventisei anni: «Non mi sarei potuto augurare di meglio per l’esordio nel girone – continua -. L’ho sempre detto: se i ragazzi seguono le indicazioni del mister, la forza della squadra è proprio il giocare da squadra. A Lione da primi? Qualificazione in discesa? Faccio gli scongiuri…». Raggiante anche Gian Piero Gasperini, comandante in capo di una truppa straordinaria: «Ho fatto alcune scelte tecniche anche per dosare le forze in campo, ma non è che con Cristante dietro Petagna e Palomino al posto di Caldara, che domenica scorsa ha giocato la prima partita dopo mesi, abbiamo cambiato granché il nostro modo di giocare», la premessa del tecnico di Grugliasco. Uno che le ha azzeccate tutte e di più: «Più che spingere mi premeva che tenessimo palla il più possibile, proprio per non disperdere energie inutilmente – argomenta il Gasp -. Sono contento della prestazione, non abbiamo concesso niente e abbiamo prodotto tanto. I singoli rendono meglio quando il collettivo gira a dovere: guardate de Roon, venti giorni fa mica era su questi livelli». Nota di merito al preferito della famiglia: «Come lavora Petagna per la squadra, nessuno. La fobia del gol che non arriva è frutto delle pressioni e delle attese esterne al campo, ma io non posso che elogiarlo per ciò che sa fare palla al piede e spalle alla porta. Ripeto: giocatore straordinario». E il triestino dal fisico da mulo indifferente alla fatica sembra rispondergli a distanza, un piano più giù al Mapei Stadium, nella mixed zone: «La partita è il più bell’allenamento che esista, perché se ti prepari bene alla fine non senti nemmeno la pressione e giochi in scioltezza», la filosofia del centravanti di manovra che aprirebbe autostrade anche ai tricicli. Il gol non arriva quasi mai, anche se col Sassuolo il match winner è stato proprio lui: «Siamo un gruppo molto giovane e affiatato che si applica, finché ognuno fa la sua parte seguendo alla lettera le istruzioni di Gasperini possiamo solo migliorare – spiega -. Magari i tifosi si aspettano che segni con più regolarità, ma non può e non deve essere un assillo». Chiosa doverosa per il migliore in campo di mezza spanna su chiunque, quel Bryan Cristante che qualcuno continua a contrabbandare per mediano e invece si è confermato uno stantuffo formidabile in grado di pressare altissimo e buttarsi negli spazi con tempi di inserimento al contagiri: «È il mio primo gol di piede in gare ufficiali con questi colori e anche il primissimo nelle competizioni europee, ma l’Atalanta va ben oltre i successi personali. Sembrava di essere a Bergamo dal pubblico e dall’entusiasmo che si respirava, non potevamo che ripagare i tifosi con una prestazione all’altezza. Ma la forza dello spogliatoio sta nel pensare sempre all’impegno successivo: ora testa al Chievo e al campionato, il Lione è un appuntamento sul calendario fra due settimane».