Un palloncino di colore nerazzurro si libra nell’aria e poi fa “pouf”, si sgonfia. Ecco l’immagine dell’Atalanta, sconfitta dalla forte Inter nell’ultima di questo assurdo finale di stagione. Il secondo posto sarà per un’altra volta. Ma il giudizio sui nerazzurri non cambia di una virgola: campionato strepitoso, inimmaginabile. La Dea ad un certo punto ha sognato addirittura lo scudetto e poi il secondo posto, invece deve “accontentarsi” del terzo posto, quasi fosse un risultato così così. Invece è un’altra, ennesima impresa di una squadra che ha sconvolto i piani di tutte le cosiddette grandi della serie A. Assicurandosi, ormai perché è il quarto anno consecutivo, il posto fisso fra le big, non solo ma anche in Europa non è più considerata una cenerentola, anzi. La partita di sabato sera è senza storia perché dopo solo 36” gli interisti avevano sfiorato il gol con Lautaro scappato a Toloi, angolo Gollini esce e non esce, si scontra con Gosens e D’Ambrosio fa gol: un minuto scarso. Il portiere nerazzurro si fa male e viene immediatamente sostituito da Sportiello. Pochi minuti dopo Young salta Castagne, impaurisce Toloi e infila Sportiello. Sono trascorsi venti minuti. Il resto della partita è noia, come cantava Califano. Per la verità i nerazzurri interisti, guidati col telecomando da Conte, hanno praticato in campo il gioco che ha reso grande e famosa proprio l’Atalanta: organizzazione, pressing asfissiante, duello e superiorità numerica in mezzo al campo, laterali veloci e sempre presenti e due attaccanti da far paura. E se Lautaro ha surclassato Toloi, Lukaku è stato fermato, bloccato e frustrato da un ottimo Caldara, il migliore in campo dei nerazzurri di casa nostra. Con queste premesse e con due gol sul groppone le possibilità di ribaltare la partita erano pressoché vane. Stavolta la Dea non è riuscita a compiere un’ulteriore impresa. Eppure in molti ci hanno sperato ma non era la serata giusta. Del resto l’Inter non è una squadretta qualsiasi, si è meritata questo secondo posto finendo dietro la Juventus di un solo punto. Sì, i bianconeri hanno mollato a scudetto acquisito ma la formazione di Conte ha la miglior difesa della serie A (36 gol subiti) e il secondo miglior attacco (81) dopo i nostri. Restano invece, saldi e concreti, i primati dell’Atalanta: terzo posto per la seconda volta consecutiva, Champions League al bis, 78 punti, 98 gol realizzati, una striscia di diciassette risultati utili consecutivi, undici vittorie e una sola sconfitta fuori casa. Alla fine i fuochi d’artificio dei tifosi fuori dallo stadio, la festa e la foto di gruppo in mezzo al campo con ben esposta maglia numero 72, quella di Ilicic, per ricordargli che tutta l’Atalanta gli è vicina con affetto. Ma anche tutto il popolo nerazzurro. Qualche giorno di riposo e poi sotto con il Paris St Germain. Lisbona ci aspetta.
Giacomo Mayer