Zanica“C’è la conoscenza dell’ambiente per la lunga frequentazione, c’è la stima reciproca col presidente, c’è tanto entusiasmo in un ritorno graditissimo e infine ci sono buone basi da cui ripartire”. Et voilà, partendo dallo staff dirigenziale riecco Aladino Valoti all’AlbinoLeffe, tornato da Napoli con la tintarella e un bagaglio di esperienza in più dopo Cosenza, Südtirol e Palermo: “Sono stato vicino alla Primavera, che ho visto con orgoglio risalire nel campionato Élite, potendo anche ammirare la gestione di una prima squadra da top della serie A. Ma va detto che laggiù il settore giovanile è un po’ trascurato, messo in secondo piano: le complicazioni legate al Covid hanno zavorrato l’attività – sottolinea il direttore sportivo bluceleste -. Se ci sarà l’opportunità di accordarsi per qualche giovane in uscita da lì, perché no? Intanto, però, ripartiamo dai nostri, perché nella filosofia di questa società da quando è in serie C la promozione degli under è un must”. In tema di mercato, subito gli obiettivi sul piatto: “Sicuramente le partenze di Canestrelli e Mondonico richiederanno rinforzi in difesa, ma la rosa è comunque consolidata con Borghini, Giorgione e Cori. Interverremo dove servirà con l’obiettivo di iniziare la preparazione il prossimo 19 luglio”.

Nel centro sportivo di Zanica, ovviamente, dove il neonato stadio è solo in attesa del vaglio delle commissioni federali per il via libera all’utilizzo: “L’impianto rappresenta un vanto, un esempio e un modello, perché anche ai massimi livelli del professionismo averne uno di proprietà, oltretutto sorto all’interno della sede operativa coi campi di allenamento e delle giovanili – prosegue Valoti -. Alla chiamata di Gianfranco Andreoletti non ho potuto dire di no: non ho avuto bisogno di pensarci due volte, per me questa è una seconda casa. Farò ovviamente tesoro del biennio con retrocessione e successivi ripescaggi, perché questa ormai è una squadra che ha recuperato la dimensione che le è propria: playoff per provare a salire da due anni di fila. Dobbiamo cercare di restare in alto, anche se non sarà facile perché la concorrenza è agguerrita: a Bolzano e alla FeralpiSalò sono convinti che senza superbig possa essere l’annata buona”. Parola a Michele Marcolini, non una dozzina d’anni qui nel curriculum come il seriano ma dalla quattordicesima alla trentottesima della stagione 2018-2019, subentrando a Massimiliano Alvini per una salvezza senza troppi affanni: “Poi mi trovai davanti l’opportunità di prendere il treno per la serie B, col Chievo, che avevo perso ad Avellino prima di venire all’AlbinoLeffe la prima volta. Ho la chance di riprendere in mano un collettivo che certamente è un po’ cambiato, ma conosco bene le caratteristiche anche dei giocatori non allenati in precedenza”, la premessa dell’ex tecnico del Novara.

Modulo che vince non si cambia: “Il 3-5-2 l’avevo già ereditato ai tempi e mi pare la strada maestra, ma è chiaro che metto in campo le mie idee e la mia organizzazione di gioco – rimarca il savonese, ex centrocampista mancino dal tiro proibito nei Mussi e nell’Atalanta -. La mia concezione del calcio è semplice: se c’è la possibilità di fare la partita e anche di assecondare l’estetica, benissimo, ma al bello si deve sempre e comunque sposare il concreto. Di giocare bene raccogliendo le briciole non m’interessa”. Una chiosa, per entrambi i cavalli di ritorno, sulla chiamata a cui non è stato possibile dire di no: “Con Andreoletti, nonostante il relativamente poco tempo insieme tre stagioni fa, praticamente quasi da metà campionato, il rapporto è sempre stato ottimale e tale s’è conservato. Sono pronto a lottare di nuovo per questa causa. Nella continuità del progetto, con uno stadio nuovo di zecca a un passo da dove ci prepariamo e con l’entusiasmo di cui giustamente parla il direttore sportivo”, rimarca Marcolini, che ha la sua squadra di fiducia intorno: di Marco Zaffaroni, secondo alcuni in procinto di farsi raggiungere in casa clivense dal difensore mancino Ruggero Riva (in scadenza), rimane solo il preparatore dei portieri Giuseppe Benatelli; il vice è Davide Mandelli (ex Musso anche lui), la preparazione atletica sarà cura di Stefano Pavon. E Aladino sfrega già la lampada dei sogni: “Confermarsi non è mai facile, ma deve essere l’obiettivo. E questo passa dall’integrazione dell’organico nei ruoli un po’ scoperti”.
Simone Fornoni