Lecce – Atalanta 0-1 (0-1)
LECCE (4-2-3-1):
Borbei 6; Davis 6,5 (15′ st Pascalau 6,5), Pacia 5,5, Esposito 6, Addo 5,5; Yilmaz 6 (20′ st Casciano 6), Minerva 6 (20′ st Samek 6); Agrimi 6,5 (39′ st Vescan-Kodor sv), Daka 6,5, Winkelmann 6; Burnete (cap.) 5,5. A disp.: Lampinen-Skaug, Leone: Dempsey, Gromek, Zivanovic, Russo, Jemo. All.: Federico Coppitelli 6.
ATALANTA (3-4-1-2): Pardel 6; Tavanti 6,5, Comi 7, Tornaghi 7 (30′ st Previtali sv); Guerini (cap.) 6,5, Colombo 7, Manzoni 6,5, Ghezzi 6,5; Bonanomi 6 (26′ st Riccio 6); Fiogbe 7,5, Capac 6,5 (39′ st Jonsson sv). A disp.: Leto, Sala; Gobbo, Ragnoli Galli, Camara, Martinelli, Mencaraglia. All.: Giovanni Bosi 7.
Arbitro: Mastrodomenico di Matera 6,5 (Andreano di Foggia, Alessandrino di Bari).
RETE: 46′ pt Fiogbe (A).
Note: mattinata ventosa e soleggiata, spettatori 100. Ammoniti Comi, Davis e Colombo per gioco scorretto. Occasioni da gol 6-8, tiri totali 12-13, parati 1-2, respinti/deviati 6-6, legni 0-1. Corner 8-5, recupero 2′ e 5′.

San Pietro in Lama (Lecce) – Senza Vanja Vlahovic, triplettista nel pari alzanese all’andata e superbomber da 18, qualcun altro che ci pensa lo si trova. Puntatina di Capac respinta, controcross di Colombo oltre il lato corto e il ragazzo di nome Candas, in precedenza doppietta al Vicenza nei sedicesimi di Coppa Italia a Ognissanti, la piazza in tuffo di testa. La Primavera dell’Atalanta si aggrappa al beninese Fiogbe, al battesimo del fuoco del gol in campionato, per sbancare il Lecce riportandosi in zona playoff con aggancio a quota 34 punti al trio del Sassuolo con le due romane. Una marcia frenata dai pari consecutivi con Monza e Sampdoria e ora ripresa. Domenica prossima sempre alle 11 si ospita l’Empoli, lunedì 26 alle 16 si va dal Torino.
La mira sballata del convergente Minerva a rimorchio scaricato da Daka dalla destra in combutta con Burnete funge da estintore sulla prima miccia giallorossa, al 6′, e la serie riprende con la vitata di lato di Agrimi, seguito come un’ombra da Tornaghi oltre il ventesimo. Un tris d’orologio prima, la pretenziosa rovesciata al culmine del primo corner firmata dal futuro match winner. Al cospetto di una Baby Dea rimaneggiata, i padroni di casa promettono di affondare il colpo ogni volta che la palla è tra i loro piedi, ma non ce n’è. A metà frazione l’esterno alto a destra e Winkelmann aprono il destro a Daka che invece lo mastica da posizione favorevolissima; al 26′ i guantoni alti e protesi di Pardel tolgono l’attrezzo dalla testa del centravanti romeno.
Un paio di minuti e Bonanomi se la sistema sul destro dopo una controsterzata raccogliendo le briciole dal quarto angolo a favore. Di là, i Coppitelli-boys propongono (32′) le sovrapposizioni di Davis con Tornaghi ancora provvidenziale nello stoppare Daka. Il primo tiro in porta è l’appoggino di fronte di quest’ultimo, servito con il mancino morbido a rientrare dal compagno di reparto. L’accentrato Capac non fa strike perché Esposito è molto più che un birillo disposto a cadere a un settebello dall’intervallo, mentre a un poker c’è la duplice chance Fiogbe-Ghezzi, leggi cross quasi dal fondo che il vento s’incarica di stampare a mezz’altezza sul palo lontano e seconda palla su scarico di Bonanomi deviatagli sopra la traversa. Le geometrie leccesi sfornano il mancino di Yilmaz dalla lunetta bloccato in due tempi, ma il vantaggio bergamasco piove come la grandine, mentre nella ripresa succede veramente poco dalle parti dell’area. Alta la prima punizione di Burnete in avvio, nella puntata a due con Riccio, sbattuto su Pascalau, è Guerini a impegnare per primo i guantoni altrui, all’alba del 27′, replicato dalla botta pretenziosa di Pacia da fuori. L’allarme rosso è al 38′, quando la cresta iliaca del terminale unico locale sistema per l’esterno di Daka l’ennesimo ammollo di Agrimi. Mira sballata, proprio come Riccio a un tocchettino dal novantesimo, controllando bene il cross di Ghezzi addomesticato da Manzoni ma aprendo il tiro all’eccesso oltre il secondo legno. Al 3′ di recupero Samek la rimette in mezzo di controbalzo al culmine da uno schema da punizione dettato addirittura dal proprio estremo difensore, ma il polacco esce e allontana di pugno la minaccia.