Un Natale agli arresti domiciliari? Provate a farlo con la Fiorente 2.0: “Non si può fermare un cavallo in corsa. Quando ricominceremo, il ‘Bepi Pesenti’ sarà pronto. Anche perché ci sono segnali di proroga ben oltre il 9 febbraio, indicato dalla Lega Nazionale Dilettanti per la ripresa dell’attività agonistica”. Alessandro Cantamesse, il presidente viola, fresco di una nuova tappa, la penultima, in direzione del traguardo della Fiorente Arena, non vede ostacoli nemmeno alle soglie della nuova zona rossa decisa da Palazzo Chigi: “Abbiamo completato il sottofondo con la posa delle canaline, ora sta arrivando l’erba artificiale. 5 centimetri di strato, di cui 4 fra sabbia e intaso, i cosiddetti pallini di gomma, più 1 di filo d’erba – ci racconta -. Venerdì 18 abbiamo ricevuto l’esito positivo della prima omologazione: la Lnd ne farà una successiva per testare il lavoro finale. Ma possiamo dirlo: siamo tornati a casa nostra”. C’è tutto l’orgoglio di Colognola, non solo del club che la rappresenta: “Abito a cento metri dal campo e vivo il quartiere come tutti, figuriamoci se non deve farlo la squadra nata in oratorio. Il mio avvicinamento alla società? 2011, portando mio figlio a giocare. Il famoso Sandro Gibellini mi fece entrare nel Consiglio, tre anni più tardi la presidenza al posto di Rainero Amadini.

Cantamesse è un imprenditore e passare per mecenate non gli dispiace: “Ho un’attività che si occupa di servizi per fornitori di utenze domestiche. Illuminazione pubblica e privata, impianti e linee elettriche, pozzetti. Porto la luce nelle case, anche se di questi tempi non è facile. Spero di farlo anche nella Fiorente…”. Scappa un sorriso. In effetti rifare il terreno di gioco percorrendo l’iter e la realizzazione tra un lockdown e l’altro, e con le feste siamo di fatto al terzo, non è da tutti: “Il nostro progetto è importante, perché in un anno di crisi ci siamo adoperati per riportarci al centro del quartiere. Se l’Italia è costretta a rimanere ferma, noi ci siamo mossi più che mai – rivendica il vertice societario -. Siamo stati sempre supportati dalla Curia e dal Comune, che non finiremo mai di ringraziare. Siamo in una situazione strana: nonostante i protocolli rigorosamente seguiti a ottobre ci hanno rinchiusi di nuovo. Peccato, perché è sul campo che trovano sfogo la passione e la volontà di essere parte di un gruppo”. E si torna a bomba, ovvero le festività tra quattro mura: “Un qualcosa che destabilizza anche a livello psicologico. Il mio timore è che i ragazzi perdano l’entusiasmo che di solito li porta agli allenamenti anche al freddo e sotto l’acquazzone. L’amore per lo sport e il piacere di stare insieme non devono svanire”. Un rischio che Cantamesse non corre: “Al mio arrivo nel direttivo in panchina c’era Stelio Chiesa ed eravamo in Prima Categoria, quindi il salto in Promozione con Luca Castellani nella primavera del 2016. Ora c’è Ivan Baretti con squadra e staff rinnovatissimi. Non una stagione in discesa, ma la Fiorente è una missione”.

Dietro la scrivania ai piani alti, insomma, si respira ottimismo nonostante la malparata: “Noi non possiamo fare altro che attenerci alle decisioni delle autorità, ne siamo in balia tutti. Vedersi negate occasioni di aggregazione e vita sociale come il Natale non è piacevole. In zona arancione avevamo ripreso gli allenamenti individuali a eccezione della prima squadra, oltre a cominciare un ciclo di videolezioni con una personal trainer”. E adesso? “Restiamo in attesa, come tutto il calcio dilettantistico. Per me si slitta a marzo. Anche se non mancano rumors sul congelamento della stagione ripartendo ad agosto con la 2021-2022. Per playoff e playout a 8 squadre la vedo dura”. Ce l’eravamo scordato, ma questa doveva essere un’intervista augurale: “Io non sono certo il tipo che perde la speranza. Dobbiamo credere sempre in quello che vogliamo fare, come noi della Fiorente Colognola. La passione per il pallone deve continuare – chiude Cantamesse -. E che il Natale ci riporti a considerare i valori umani senza perdere la fiducia: sarebbe un disastro ulteriore, dopo quelli materiali già subiti”.
Simone Fornoni