“Cerca di pensarci agli errori, ora è finita quindi siamo tutti relativamente più tranquilli ma ragiona sugli sbagli perché ne hai commessi troppi da una parte e dall’altra”.
“Abbassa la voce e ne parliamo”
“Va bene ne parliamo ma tu pensaci”
“Non darmi del tu, non sono tuo fratello”
“Allora facciamo che anche tu mi dai del lei, non sono tuo fratello nemmeno io”
“Va be..”
“Ci hai fischiato un rigore contro che anche chi ha ricevuto il fallo si è messo a ridere, se ne stavano tornando a centrocampo perché l’azione era finita, mai si sarebbero immaginati che avresti fischiato il rigore”
“A me hanno detto che il fallo c’era, il difensore nel rinviare la palla ha toccato l’attaccante e lui è caduto”
“A me no, te lo giuro su mia mamma: ho parlato col capitano e con gli altri 3 difensori e mi hanno detto che non c’era assolutamente ed erano lì a due passi”
“Chiediamoglielo: 9, c’era il rigore su di te?”
“Si, signor arbitro, mi hanno trattenuto”
“Ecco, trattenuto, e tu hai fischiato un altro contatto. Ma poi cosa vuoi che ti dica che non c’era il rigore?”
“Effettivamente, va be 10 andiamo dai…”
“No! Ammettiamo che gli sbagli tecnici ci possano stare, ammettiamo che io sbaglio un gol e tu sbagli a fischiare un rigore (che poi non è la stessa cosa perché tu sei arbitro), ma le altre valutazioni non devi sbagliarle, sono facili, basta stare un po’ più attento”.
“Cioè?”
“Cioè se gli altri, in vantaggio a 5’ dalla fine, stanno in terra ad ogni contatto non puoi fermare sempre il gioco”
“Io sono in buona fede e devi credermi, e devo credere nella loro buona fede”
“Io non ci credo più, e come puoi pensare che sia in buona fede stare in terra ogni due minuti e fermare il gioco per altrettanti? Perché non usate mai il buon senso?”
“Posso aver sbagliato… effettivamente”
“E come puoi non contare la distanza dal pallone alla barriera con una punizione al limite dell’area al 90’ che può farci pareggiare? Hai visto che erano a 5 metri? Ti abbiamo chiesto ripetutamente di contarli e non lo hai fatto”.
“Sei tu che hai portato avanti il pallone”
“Di mezzo metro, quindi la barriera era a 5 metri e mezzo. Li abbiamo contati, non erano di più”
“Ma voi non sapete quanto è un metro”.
“Come non lo sappiamo?! Vi vediamo quando li contate è poco più di un passo e anche se non abbiamo lo stesso passo avremo sbagliato di pochi centimetri”.
“Effettivamente…”.
“Perché dopo una partita in cui hai sempre assegnato il vantaggio hai fischiato un fallo a centrocampo per noi mentre stavo tirando in porta dal limite dell’area piccola?”
“Tanto hai sbagliato 10, l’hai tirata fuori”.
“Ma le sembra una spiegazione? A parte che il pallone è andato fuori dall’impianto proprio, dal nervoso”
“Effettivamente…”
“Ecco, ci pensi. La rabbia per un rigore fischiato inesistente passa dopo un po’, sbagliare a contare la distanza della barriera no. Lo abbiamo detto noi e gli altri, eravamo partiti “amici” in campo, ci hai fatto finire in rissa. Perché?”
“Ho notato..”
“Ecco, pensaci”.
Ricostruzione del dialogo acceso ma corretto e (si spera) costruttivo del dopo partita di Acov-Loreto tra me e l’arbitro. Ah, se ci fossero meno “effettivamente” dopo il 90’, più confronti di questo tipo e più collaborazione in campo…

Federico Biffignandi

NELLA FOTO: STEFANO ACCORSI NEL BELLISSIMO FILM: L’ARBITRO