Il Loreto visto da dentro lo spogliatoio, ottava puntata, martedì 30 settembre

Vincere è bello, non c’è nulla da fare. Mette in circolo un’adrenalina che rimane per tutta la settimana calcistica e non solo e permette di affrontare gli allenamenti del martedì e del giovedì più serenamente e, magari, sentendo anche meno la fatica. Vincere nasconde i difetti che esistono in tutte le squadre, mette in secondo piano gli errori commessi durante la partita ma soprattutto, come si dice nello spogliatoio, dà morale. Se la vittoria arriva al termine di una partita in cui ci si è divertiti, in cui sono stati fatti tanti gol, se arriva in trasferta e contro una squadra sulla carta molto quotata allora diventa tutto più bello. A maggior ragione se si tratta della prima vittoria sul campo del campionato che ci consente, guardando la classifica, di cercarci nei quartieri alti della graduatoria. E’ successo tutto questo a noi domenica sul campo della Roncola: 1-4 e morale alle stelle. Finalmente abbiamo potuto festeggiare anche noi al 90’, finalmente negli spogliatoi abbiamo potuto ridere e fare baccano, lanciare qualche coro, abbracciarci e dimenticare quei volti “ambigui” che avevamo ancora in mente dopo i tre pareggi arrivati in modo rocambolesco e anche con un certo rammarico. Vincere su un campo così difficile ha permesso al Mister di lanciare un “hip-hip hurrà” gridato tre volte da tutti noi per salutare l’ultima del “Lore” uscito a pochi minuti dal termine con gli occhi lucidi e facendoli brillare per qualche istante anche a noi. Vincere ci ha consentito di dimenticare qualche sano battibecco avvenuto tra di noi in campo per incitarci e correggerci a vicenda come accade spesso. Ci ha permesso di chiarirci una volta per tutte con una stretta di mano energica, un abbraccio e un sorriso circa questo aspetto. Ci siamo detti, in campo e negli spogliatoi, che le cose che non vanno all’interno di una vittoria è meglio chiarirle con l’umore alto e subito senza dunque trascinarci rammarichi o rancori o aspettare che sia troppo tardi. Vincere nasconde i difetti temporaneamente ma l’impegno più grande che ci siamo presi è di analizzarli subito intanto che il clima è sereno. “Siamo forti, siamo forti” ci siamo detti esultando al gol del 3-1 dopo essere stati in vantaggio 2-0, aver subito il 2-1 ed aver rivisto gli spettri di domenica scorsa e degli anni scorsi. E’ un urlo che è servito a noi per convincerci, per renderci conto che possiamo giocare un buon calcio, che possiamo toglierci soddisfazioni ma che dobbiamo tenere il cervello connesso 90’-95’ tutte le domeniche per fare risultato altrimenti sono guai. Il tutto divertendoci sempre e comunque, ce lo diciamo negli spogliatoi, ce lo diciamo in cerchio durante il riscaldamento: il divertimento è il dodicesimo uomo che dobbiamo portarci in campo, è l’uomo che dobbiamo costruire tutti insieme mettendoci una parte di ognuno di noi: deve avere il sorriso sulla bocca, la fantasia di inventare, la voglia di difendere, la forza per correre, l’umiltà di capire i propri limiti e il coraggio per superarli.
Federico Biffignandi