Il Loreto visto da dentro lo spogliatoio, tredicesima puntata

Fare gruppo e renderlo forte, unito, compatto significa anche (o forse soprattutto) iniziare a rispettare certe regole che si sono decise nello spogliatoio a inizio anno. Sono quelle piccole “buone” norme che scandiscono il ritmo delle settimane che scorrono, delle giornate di campionato che si infilano una dopo l’altra e degli allenamenti settimanali che, uno dopo l’altro, gettano le basi per i risultati finali che saranno analizzabili solo a maggio. Piccoli gesti che determinano la “serietà” di un compagno di squadra permettendogli di ottenere il massimo rispetto di tutti i compagni, piccoli accorgimenti che possono dare adito a battute, discorsi scherzosi, sorrisi tra uno scatto e un altro, tra un esercizio di tattica e uno di tecnica. Ebbene, in casa nostra quest’anno, come si è detto già più volte, abbiamo deciso che tutti questi segnali sarebbero dovuti arrivare dalle multe, da versare secondo i criteri stabiliti tra di noi e il mister. E, un po’ incredibilmente visto che per questo spogliatoio si trattava di una sorta di esperimento, tutti si stanno attenendo ai patti per buona pace della cassa comune e anche delle pance di ognuno di noi che si gonfiano di prelibatezze ormai alla fine di ogni allenamento. Questa è stata la settimana delle multe pagate, discusse, riscosse e stabilite per i prossimi giorni. Tra le più chiacchierate c’è quella “del Guido” reo di aver reagito molto malamente all’espulsione di domenica: 15 euro concordati con la società, al netto dello sconto effettuato perché sempre domenica a fine partita si è presentato con la torta per festeggiare il compleanno. Qualcuno proponeva una multa ben più salata tra il serio e lo scherzoso ma così è stato deciso. Tra i più punzecchiati c’è stato “il Terra” che domenica ci ha abbandonato per impegni famigliari e martedì ha mancato l’appuntamento all’allenamento dicendo che l’aereo che avrebbe dovuto riportarlo a Bergamo ha ritardato. “Metto 30 euro e siamo a posto così” ha detto lui senza pensarci due volte provocando la sorpresa dei compagni, anche se qualcuno ci ha provato comunque (senza successo) a calcare la mano: “30 euro più pizze va bene così dai”. C’è chi, “il Cino”, non ha promesso nulla né fatto proclami e giovedì si è presentato all’allenamento con dolce e salato e bibite e birre a volontà per essere stato via da Loreto una settimana “in permesso”. C’è chi, “il mister”, giovedì prossimo ha da portarci a mangiare la pizza per la vittoria ottenuta due domeniche fa senza di lui in panchina: staremo a vedere. E poi c’è chi continua a versare i soliti 5 euro per le ammonizioni stupide contribuendo in modo sostanziale alla cassa e subendo le prese in giro dei compagni. Ma c’è anchi chi vanta 0 euro di multa versati contro ogni aspettativa iniziale come “Tia” e “Fioro” usciti ancora indenni dal campo, senza gialli sciocchi e con un 5 euro in più nel portafogli. Infine c’è chi, “Fulvio Boy” (accompagnatore), senza colpa alcuna, si mette a disposizione della squadra e versa una discreta somma per acquistare dei bei palloni nuovi per la partita venendo incontro a nostre richieste e anticipando un acquisto che stavamo facendo noi giocatori versando una piccola somma a testa. Per la partita e per l’allenamento perché anche il nostro ds si è procurato tre belle sfere da far girare sul campo al martedì e giovedì. Protagonisti di vita quotidiana che si intreccia col calcio tre volte alla settimana, nel segno di due colori, il rosso e il blu, impressi in uno scudetto rinnovato in cui ci riconosciamo e che è comparso proprio settimana scorsa sul tappeto verde che porta all’ingresso negli spogliatoi. Federico Biffignandi