Ora io non ce l’ho con Draghi, che mi pare anche un bravo tipo, se ostio con lui e con le persone a cui il nostro premier si accompagna nel governo è solo per la vicenda del coprifuoco. Ero tanto felice che finalmente potevo rimettermi a giocare a pallone, ma poi ho visto che pure quest’estate ogni cosa dovrà cessare alle 22, che è il momento in cui do il meglio, l’ultima mezzora delle partite coi soci, i trenta minuti in cui d’improvviso e senza avvertirmelo i miei piedi paiono quelli di uno che sa il fatto suo. Volevo anche tornare a fare dei concertini balordi, ovviamente finita la campagna vaccinale, principalmente per fare limonare tra di loro vecchi e giovani, così, soprattutto per mischiare su un po’ le salive passata sta immensa tristessa di nome Covid 19. E anche lì, dico con la chitarrina comperata a Monterosso per 24 euri, divento sopportabilissimo solo passata una certa, appunto quando calano le tenebre e gli spettatori sono ormai ubriachi fradici e li si può convincere sia ad ascoltarmi che a baciarsi con degli estranei, gente che tra di loro non è coetanea. Se vado al cinema al primo spettacolo, da sempre mi addormento, se vado al secondo, ce la faccio ad arrivare alla fine senza il minimo problema. A riprova una volta che all’Uci mi sono visto l’intero primo capitolo di Harry Potter. Poi mi viene fame, ma una fame che ha dell’incredibile, di quelle che potrei papparmi per intero i miei due figli, Vinicio e Zeno, passata la mezzanotte. E il principale desiderio che mi prende è l’ottimo kebab Universal che vendono in Borgo Palazzo. Se scrivo prima delle 23, non mi viene nulla, ho pensieri inutili e ridondanti, la mano bloccata, l’anima che soffre, la schiena a pezzi sulla seggiola. Dalle 23.30, invece, sono un pozzo di idee e batto sulla tastiera manco fossi un pianista sull’oceano. Ritrovo le mie frasi perché ispirato dal buio, dalla luna, dalle stelle e da Caino che fa le frittelle.
Chiedo quindi al nostro presidente del Consiglio un piccolo favore, già richiesto al premier precedente, il signor Conte, che però mesi fa non mi ha degnato neppure di uno sguardo: propongo per me e per una sessantina di milioni di italiani notturni un diverso orario dell’inizio del coprifuoco, dalle quattro di mattina, così da essere più in forma e quindi più efficienti, con un bel giovamento per il Pil nazionale.
Matteo Bonfanti
Nella recente foto sono con la famosa chitarrina, verso le 18, facendo finta di suonarla anche perché divento un onesto chitarrista solo dopo le 22