Raffaele Palladino cade dalle nuvole assumendosi le responsabilità del tracollo dell’Atalanta a Verona dall’ex fanalino di coda. “Siamo stati mosci, è inaccettabile. Chiediamo scusa ai tifosi”. Al netto dei 616 nel settore ospiti del Bentegodi, l’uomo in panchina deve pensare ai suoi in campo: “I ragazzi forse non sapranno darsi una risposta al perché la partita non sia stata approcciata e interpretata nel modo giusto, ma si facciano un esame di coscienza”, il diktat in sala conferenze a bocce ferme.Un brusco risveglio, per chi aveva creduto di aver assistito alla svolta con tre vittorie di fila su tre fronti: “Non me l’aspettavo. Venivamo da una settimana molto bella. Quel che è successo è inspiegabile, non avevo avuto segnali di leggerezza – continua il mister -. Sapevamo che il Verona avrebbe fatto una partita sui duelli, sulle seconde palle e anche sporca. Se il primo tempo è stato brutto, nel secondo la reazione invece è arrivata tardi”.Segue il mea culpa, che suona come un j’accuse collettivo. “Probabilmente è colpa mia non aver fatto capire alla squadra cosa serviva. Ora testa bassa, fra tre giorni si gioca e dobbiamo dimostrare il nostro valore, che non è questo. Non m’è piaciuto l’approccio alla gara. Nella ripresa abbiamo aggiustato qualcosa, ma abbiamo giocato poco, con tante interruzioni, e i padroni di casa, ultimi nel possesso palla, sapevamo che non avrebbero giocato da dietro ma sarebbero andati lunghi”, spiega Palladino.Niente alibi, ma… “Il Var è lì per aiutare, purtroppo ci complichiamo la vita. Non parlo mai degli arbitri, ma dal possibile 2-1 siamo andati sotto 3-0. Il tocco di mano l’ho visto benissimo nel terzo replay, l’arbitro è internazionale e sarebbe dovuto intervenire”. Se Doveri non lo nomina, guai a parlargli delle scelte iniziali, leggi Krstovic. “Non voglio parlare dei singoli, abbiamo fatto male tutti, io in primis. I ragazzi devono farsi un esame di coscienza, tutti quanti. Non esiste solo il gioco pulito. Una bella mazzata dietro la testa che ci farà bene aiutandoci a rialzarci”.
“Siamo incappati in una serata inspiegabile – chiosa il tecnico nerazzurro -. Le risposte dobbiamo trovarle, capendo cosa succede in questi momenti. Voglio vedere uno spirito diverso, in questi casi, come quello di Napoli. Segnali di superficialità non ne avevo visti. I giocatori, presi uno per uno, non saprebbero spiegarlo”.Nicola Zalewski, tra bordocampo e pancia dello stadio nemico, è la voce dello spogliatoio. Da subentrato, forse lo spettro visivo sul match è ancora più obiettivo, tra lo spettatore imbelle e la riserva senza cambio di passo per tutti gli altri. “Avevamo fatto un’analisi dell’avversario che sapevamo ci avrebbe imposto duelli sulle seconde palle e di forza, quindi per com’è andata abbiamo sbagliato completamente atteggiamento”, l’ammissione. Chelsea come stimolo? L’italopolacco è scettico, come dire che dall’ultima in classifica le motivazioni non sarebbero state sufficienti per centrare il bottino pieno: “Si gioca ogni tre giorni, il passato se lo scordano subito. Una questione da approfondire. Ci aiuta in senso positivo ma anche negativo, martedì c’è una partita importante davanti ai nostri tifosi e dobbiamo giocarcela al meglio”.“Siamo stati scarichi, abbiamo pagato un atteggiamento un po’ moscio. Magari abbiamo sottovalutato una partita comunque da vincere. L’analisi va fatta con tutta la squadra e lo staff

– chiude l’esterno -. Gli avversari sono stati più bravi di noi in tutto. Ma non ci faremo condizionare da questa sconfitta negli appuntamenti importanti che ci aspettano”.
Effe