Proprio come Peke, uno che avrebbe potuto giocare persino in Serie A, ma che prima di tutto l’amore per la propria terra, nel caso di Giulio Fogaroli quel pezzetto che va da Brusaporto a Montello. Io del Foga, centrocampista classe 1986, vincitore proprio oggi del primo Pallone d’Oro bergamasco dopo lo storico double con la Nova Montello, mi sono perdutamente innamorato durante un Brusaporto-Vertovese, decisiva sfida al vertice del girone C d’Eccellenza nella meravigliosa annata 2018-2019. In quei mesi mister Mignani, altro fenomeno del nostro pallone, gli aveva cambiato il ruolo che faceva fin da bambino, non più il mediano forsennato idolo dei tifosi del Prato, ma un fantasista illuminato in grado di mandare in porta con un tocco l’Aldo, Ferrari, attaccante magico. Vederli insieme era stato qualcosa di stupendo, con la partita risolta al 94’: Giulio che, con quattro avversari addosso, trovava la giocata della vita, Aldo che, solo soletto, riceveva la sfera e la piazzava appena sotto l’incrocio regalando al Brusa tre punti fondamentali per la corsa al grande salto in Serie D. Anni a dir poco splendidi, sette quelli di Fogaroli in gialloblù, ogni volta l’intera Lombardia a corteggiarlo con proposte incredibili, ogni volta a rispondere a tutti “che lì c’erano il Roby (Biava, ndr) e la sua seconda famiglia, i Comotti, e che i soldi non danno la felicità, l’affetto sì”. Questo l’uomo, che poi ho conosciuto di persona scoprendolo un sacco umile, ma tantissimissimo, e simpaticissimo, stellare per le scelte, stagione 2012-2013, l’addio al professionismo per tornare a casa, appunto al Brusa, e diventare fin da subito il più forte giocatore del nostro calcio provinciale. Di Costanzo in panchina e uno schema assai rigido, con quell’ironia unica di un mister che ci manca sempre da morire, “palla a Fogaroli, poi fa lui”. E Giulio ne scartava tre e la dava a bomber Sora, libero in mezzo all’area e letale, 25 golassi in un campionato di Promozione in cui l’Asd Calcio Brusaporto non aveva perso manco una partita.
Nell’estate di questo 2022-2023 altra scelta di cuore, alla Nova Montello, dove tutto era iniziato, a tirar su un’ambiente un po’ depresso perché appena sceso in Terza. Il resto è attualità, col Foga che si diverte a giocare ogni volta in un ruolo diverso, addirittura una domenica centrale difensivo, mettendola nel sacco come sempre, portando i gialloneri a fare l’accoppiata Coppa-Campionato.
Il mio articoletto per dirvi che noi della giuria, io, che sono Matteo Bonfanti, il direttore di Bergamo & Sport, Gianlauro Bellani, Nicola Radici, Pierluigi Zambelli, Nado Bonaldi, Gigi Di Cio, Matteo Magoni e Roberto Cortinovis, persone che non hanno certo bisogno di presentazioni, abbiamo scelto molto bene a chi assegnare questo premio targato Lnd. Nomi ne abbiamo fatti tanti, il Pelle, bomber unico, il Ghisa che delizia la gente di Mapello, l’eterno Zanichelli, Andre Guariglia subito in trionfo col Ranica. Avrebbero meritato anche loro e non è stato facile. Ma siamo alla prima edizione, tempo ce n’é…
Matteo Bonfanti