Ormai da settimane, voci insistenti nel nostro ambiente ci parlavano di un imminente matrimonio tra il Villa Valle e il Ponte San Pietro, due tra le dieci realtà più importanti del pallone nel nostro territorio, da celebrare a fine stagione, con l’obiettivo di arrivare in Serie C nei prossimi due anni. Addetti ai lavori di ogni ordine e grado, tra cui una persona da sempre vicinissima ai Blues, ipotizzavano un connubio tra i due club, con il nuovo soggetto (Villa – Ponte?) al Legler per le partite della prima squadra e un vivaio unito, in grado di fare da contraltare persino a quello dell’Atalanta per numeri, competenze e organizzazione. In questo scenario sarebbe stato il Villa Valle a prendere le redini della nuova società, ovviamente tenendo aperte le porte a dirigenti e sponsor del Ponte San Pietro, cedendo il titolo in eccesso allo Zingonia Verdellino del presidente Cutrona che non ha mai fatto mistero delle sue ambizioni calcistiche. Sulla carta una notizia straordinaria, da verificare con il principale soggetto in causa, il presidente giallorosso Castelli, il possibile acquirente, che ho, ovviamente, sentito più volte in questa settimana. E che ha smentito tutto, ribadendo più volte nel mio articolo a pagina 3 del Bergamo & Sport di lunedì 19 febbraio “che non c’è nessuna trattativa in corso, che il Ponte non vuole vendere, che voci destabilizzanti e false non aiutano il club in questione invischiato in questa stagione nella lotta per la salvezza”. Questo ho scritto, a chiare lettere, “IL PONTE NON E’ IN VENDITA, EVITIAMO DI ALIMENTARE VOCI FANTASIOSE IN UN MOMENTO TANTO DELICATO”. Chiedo scusa ai dirigenti e ai tesserati dei Blues se il mio lavoro li ha in qualche modo offesi. La mia intenzione non era quella, ma era l’opposto, trovare un modo per fare chiarezza, zittendo le tante voci che ipotizzavano la scomparsa di uno dei club più importanti della Bergamasca, un esempio per moltissimi. Resta, in definitiva, che il Ponte San Pietro non ha nessuna intenzione di fondersi col Villa Valle.
Matteo Bonfanti