Saró lì per me, per te, per voi, e per tutti quelli che non ci sono più.
Perché siamo nati e moriremo atalantini.
E, notti come queste, ci dicevano che non ce le saremmo potute nemmeno sognare.
Me lo ricordo bene quando ero bambino, messo in un angolo dai discorsi di chi si sentiva un vincente, solo perché deteneva un titolo.
Noi, che eravamo programmati per soffrire, costretti sull’ottovolante delle emozioni, tra serie A e B.
Ed io lo scelsi responsabilmente, con orgoglio, certo che l’Atalanta fosse una parte di me.
Noi, che oggi abbiamo la nostra rivalsa e possiamo vivere emozioni inimmaginabili, abbiamo la responsabilità, e la missione, di essere i migliori.
In tutto.
E se noi saremo i migliori sugli spalti, lo saranno anche i nostri ragazzi in campo.
Noi, che daremo davvero tutto a San Siro.
Doneremo la nostre voce, i nostri muscoli, il nostro cervello, e riceveremo in cambio il punto più alto – finora – della storia sportiva bergamasca.
Noi che ci siamo sempre stati, e che sempre ci saremo.
Per me, per te, per voi, per chi non potrà esserci e per tutti quelli che ci guardano da lassù.
E che, maledizione, avrebbero dovuto esserci.
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