Arriva l’Atalanta. Un altro successo, in quinto consecutivo in trasferta, l’ottavo di fila, anche a Cagliari. Un rigore di Muriel regala tre punti che significano molto, ma molto di più. Infatti con le sconfitte di Lazio e Inter i nerazzurri possono attaccare, addirittura, il secondo posto in classifica. Sì, non è un miraggio nel deserto, è una splendida speranza. L’Atalanta è indietro di un solo punto dagli interisti e di cinque dai laziali. E mancano ancora otto partite al termine. Intanto è arrivato il gol numero 100 della stagione, per la seconda volta consecutiva la difesa rimane imbattuta e tra record e primati vari c’è solo l’imbarazzo della scelta. L’Atalanta ha vinto di misura, ha giocato dal 25’ del primo tempo in superiorità numerica, ha colpito due pali ed ha sfiorato almeno altre due volte il gol del raddoppio ma nel finale ha rischiato addirittura la beffa del pari. Infatti nella fase finale i nerazzurri, nonostante i cambi pesanti, hanno giochicchiato mentre i rossoblu hanno tentato il tutto per tutto. Comunque sia è andata di gran lusso ma con meriti infiniti. Gasperini, stavolta, ha praticato un turnover massiccio mandando in campo ben sette giocatori, diciamo così, diversi dai soliti. Sportiello in porta, praticamente non ha dovuto sudare granché, ha esordito dal primo minuto Sutalo, è da rivedere ma la stoffa c’è, così come dall’inizio e fino alla fine ha giocato Tameze. L’ex centrocampista del Nizza ha superato brillantemente la prova giocando, in pratica, da mediano, guardando e bloccando, senza problemi, Nainggolan; non solo: non ha mai disdegnato di buttarsi in avanti scompaginando le certezze difensive della squadra di Zenga. Anche Muriel dal primo minuto e , soprattutto nel primo tempo, è stato un autentico ariete, sbucando tra le ampie maglie della difesa a tre del Cagliari. Ha colpito un palo e ha realizzato il calcio di rigore da par suo, portandosi a 16 gol, vale a dire il capocannoniere dell’Atalanta. Non male. Al suo fianco Malinovskyi, praticamente da punta esterna di centrodestra che ha messo in ansia il giovane Carboni, costringendolo ad un inevitabile calcio di rigore a metà del primo tempo e lasciando i suoi compagni in inferiorità numerica. E nel primo tempo , oltre al gol , il palo di Muriel, un colpo di testa di Pasalic fuori d’un soffio e due paratone di Cragno, una sola squadra in campo: l’Atalanta appunto. Eppure non sono mancati i brividi perché al primo affondo il Cagliari è passato in vantaggio: Caldara rilancia di testa, Simeone intercetta, appoggia a Nainggolan che gli restituisce il pallone, il Cholito infila Sportiello. Era il primo tiro in porta, anzi i rossoblu non avevano passato ancora la loro metà del campo. Ecco il colpo di scena: Mariani al Var richiama La Penna che dal monitor rileva un tocco di braccio di Simeone sul rinvio di Caldara. Quindi annulla il vantaggio rossoblu. Sia chiaro: la regola è ingiusta ma c’è e quindi gli arbitri devono farla rispettare, comunque nel prossimo campionato verrà cassata. L’Atalanta tira un sospiro di sollievo e comincia a giocare. Per gli isolani è notte fonda. Ma nel secondo tempo dopo un altro palo colpito da Hateboer i nerazzurri cominciano a commettere peccati di superficialità tant’ è vero che Gasperini usa le maniere forti per impaurire gli avversari: fuori Malinovskyi, Pasalic e Muriel, dentro Ilicic, Zapata e Gomez. Eppure il modo di giocare non cambia, Zapata non si vede, Ilicic insiste troppo nei dribbling, solo il Papu fa il suo dovere. L’Atalanta è sempre padrona del campo ma subisce l’irruenza del Cagliari che non ha nulla da perdere. Un po’ di palpitazione di cuore , poi il quinto successo consecutivo in trasferta va in archivio. In attesa della Sampdoria, mercoledì sera, e della Juventus, sabato a Torino. Che divertimento.
Giacomo Mayer