Difficile parlare di fulmine a ciel sereno, alla luce delle riflessioni che si protraggono da almeno un anno, ma non è un mistero che la notizia riguardante la chiusura dei battenti in quel di Villongo acquisisca ulteriore clamore con il sostanziale salto in Eccellenza operato dai Red Devils di patron Signorelli. Con la dovuta precauzione, in assenza di una conclamata ufficialità, appare ormai segnato il destino di una società che negli anni ha saputo distinguersi, non soltanto per l’ambizione, riconducibile, tra i vari fattori, al potenziale economico della zona del Basso Sebino, ma per un lavoro improntato sulla costante crescita e sulla consistenza di un progetto tecnico fatto di attenzione al gruppo e di valorizzazione dei migliori talenti espressi dal proprio vivaio. Il Villongo dei giovani d’oro rischia dunque di tramontare sul più bello, in prossimità del traguardo-principe individuato nell’Eccellenza, e non manca una nota di rammarico per quanto poteva essere e non è stato. Da una parte, perché la categoria-regina era nei sogni e negli intenti della società fin dalla ripartenza, occorsa subito dopo la fugace parentesi targata Villongo Sarnico. Dall’altra, la copiosa attività, riconducibile alla necessità di proporre un’offerta sportiva moderna e qualificata – basti pensare all’affiliazione alla galassia atalantina e al lavoro di formazione compiuto sugli allenatori – rischia di lasciare il posto al fuoco di paglia. Se sarà davvero stato tanto rumore per nulla, ce lo diranno con maggior certezza le prossime settimane ma in questo senso un primo chiaro segnale è venuto dall’appuntamento che la società ha dedicato nel pomeriggio di sabato ai suoi tesserati. Un ragguaglio sugli eventi succedutisi nelle ultime settimane, con la Spada di Damocle offerta, per forza di cose, dalla pandemia da Covid-19, e poi via verso il malinconico rompete le righe, che riguarderà in prima istanza il settore giovanile dei “Diavoli Rossi”. Alla base delle decisioni espresse nella giornata di sabato, la volontà di disimpegnarsi assunta, da tempi non sospetti, dal presidentissimo, Adriano Signorelli; vuoi per la stanchezza, persino fisiologica, e vuoi per determinati contrasti con le istituzioni pubbliche del paese, fattisi con il tempo insanabili e insostenibili. Ora la palla passa alla prima squadra, la creatura di copertina per un sodalizio che ha saputo crescere e rinnovarsi, accettando senza troppe remore le sfide insite nel calcio del giorno d’oggi. Di mezzo, la concreta possibilità che l’Eccellenza appannaggio dei “Red Devils” possa diventare l’oggetto del desiderio di realtà limitrofe. Un indizio sul fatto che il Villongo rinuncerà all’attività tout court, senza un particolare distinguo tra prima squadra e settore giovanile, potrebbe provenire dalle voci che nelle ultime ore hanno iniziato a circolare attorno all’altro grande artefice del miracolo sportivo imbastito dai “Red Devils”: il diesse Paolo Plebani. Per Plebani, storico braccio destro di patron Signorelli, si sarebbe prospettato l’interesse della neonata Real Calepina, pronta a riservargli un incarico tecnico, verso la composizione e il consolidamento di un settore giovanile florido e variegato. Ma intanto, nell’attesa di capire con che tempistiche verrà delineato il calciomercato, in funzione di un’emergenza sanitaria affievolita ma non certo scomparsa dai radar, risalta un primo grande interrogativo per tutta la scena dilettantistica: avrà davvero senso parlare di ripresa dell’attività, oltre che di artificiosi sistemi per le promozioni e le retrocessioni, quando la prima è tirarsi fuori dalla contesa è la prima della classe (Girone C di Promozione)? Alla finestra, da spettatore ultra-interessato, c’è il Casazza, che chiuse il campionato alle spalle del Villongo. Ma soprattutto, c’è il concreto rischio che il merito sportivo affievolisca ulteriormente la propria traccia, in una stagione maledetta, segnata irreparabilmente da una pandemia e da imprevisti che, a ben vedere, con il calcio giocato non hanno nulla da spartire.
Nik