Lecce – Atalanta 2-5 (2-2)
LECCE (4-3-2-1): Gabriel 5,5; Donati 6, Lucioni 5,5, Rossettini 4,5, Calderoni 5; Majer 5,5 (18′ st Tachtsidis 6), Deiola 6,5, Barak 6; Mancosu (cap.) 5,5 (18′ st Shakhov 5,5), Saponara 7; Lapadula 5,5. A disp.: 22 Vigorito, 97 Chironi, 6 Paz, 16 Meccariello, 3 Vera, 29 Rispoli, 39 Dell’Orco, 4 Petriccione, 28 Oltremarini, 35 Rimoli. All.: Liverani 5,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; De Roon, Caldara, Palomino; Hateboer, Pasalic, Freuler, Gosens; Gomez (cap., 24′ st Malinovskyi); Ilicic (28′ st Muriel), D. Zapata (40′ st Tameze). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 55 Okoli, 7 Czyborra, 21 Castagne, 22 Bellanova, 90 Colley. All.: Gasperini.
Arbitro: Massa di Imperia 7 (Schenone di Genova, Valeriani di Ravenna; IV Di Martino di Teramo. Var Nasca di Bari, AVar Longo di Paola).
RETI: 17′ pt aut. Donati (A), 22′ pt D. Zapata (A), 29′ pt Saponara (L), 39′ pt Donati (L), 2′ st Ilicic (A), 9′ e 17′ st D. Zapata (A), 43′ st Muriel (A), 46′ st Malinovskyi (A).
Note: ammoniti Hateboer, Palomino, Lucioni e Saponara per gioco scorretto. Var: 1. Occasioni 7-19, nello specchio 3-11, legni 0-1. Corner 2-11, recupero 1′ e 2′.

Lecce – In casa Atalanta, alla ripresa di Lecce dopo lo stop per Coronavirus, comandano il padrone del campo Josip Ilicic e un Duvan da triplete, bravi a sbancare il “Via del Mare” per tenersi il quarto posto a quota 48 a dispetto del doppio vantaggio iniziale rintuzzato da una pericolante mai doma. Fuochi d’artificio davanti con Muriel a chiudere il set e Malinovskyi a fissare lo score sull’incredibile 7-2, ma anche polveri bagnate dietro, dove la contemporanea assenza di Toloi e Djimsiti ha provocato qualche scompenso costringendo De Roon a riciclarsi terzo di destra.
Primissimo spiraglio entro la cinquina cronometrica, quando Ilicic trova il mini corridoio per Zapata, stoppato da Lucioni. Lo sloveno prova a calare il 13 sul favore di ritorno, ma il controllo difettoso agevola il salvataggio in corner di Gabriel. Sull’angolo Pasalic schiaccia di testa senza che Palomino riesca a schiaffarla in porta di petto perché sulla linea compare Majer. Ancora un paio di tiri della bandierina del mancino di punta e i nerazzurri (17′ e 22′) avrebbero virtualmente risolto la pratica in un amen: sul primo, procurato da un nuovo stop del capitano locale al colombiano, è Donati, solo omonimo (Giulio, non Massimo) dell’ex centrocampista cresciuto a Zingonia, a infilare con un maldestro colpo di testa la propria rete, mentre il secondo, col portiere brasiliano a dire di no alla stoccata proprio di Ilicic appena dentro l’area dalla sua mattonella, è pennellato alla perfezione sempre dalla sinistra per l’incornata in corsa e in tuffo di Duvan che elude Rossettini infilandosi ad altezza non impossibile sotto la traversa. Al 25′ Gomez alza alle stelle il possibile tris servitogli su un piattino al limite dall’autore del bis, e in base alla dura legge del gol i salentini riaprono in breve una partita già morta stecchita, grazie all’imbeccata lunga di Deiola per Saponara dopo un multi-contrasto a centrocampo: Hateboer gabbato e conclusione a giro a scendere sul secondo palo.
Manca un amen alla mezzora e Lapadula dal vertice sinistro non pesca compagni (32′) per la gioia di Gollini, immobile e fuori dai pali sull’1-2. Al 35′ Lucioni si rifugia in corner su Gosens, trovato dal perpetuo Josip; sugli sviluppi, da fuori De Roon prova la legnata che si spegne a lato. La beffa è vicina: sette dall’intervallo, l’omonimo dell’ex approfitta dell’assist (al terzo tentativo) dal lato sinistro del compagno precedentemente a segno e pareggia sul 2 con un rasoterra di potenza dall’intersezione della lunetta. Brividi bifronti fra 43′ e 44′: no stress di Gabriel su Gosens dai 16 metri, ma è di là che il pericolo è da allarme rosso, con Barak a sprecare la sponda dell’unico attaccante leccese sparando ben oltre il montante. Poco più di un giro di lancetta nella ripresa e la Dea torna avanti: il numero 72 si sposa verso la mancina allungando per il Papu, sul cui sinistro respinto dall’uomo coi guanti il capocannoniere (15 solo in A) atalantino non si esibisce in un comodo tap-in, bensì in controllo di destro e appoggio in traffico niente affatto facile usando il piede giusto. La freddezza del fuoriclasse non è imitata da Pasalic, che scaraventa in curva il piattone a suo rimorchio (5′), e da Gosens, che al 7′ manca di tempismo sulla sua girata. Per fortuna Lapadula di lì a poco non è da meno, consentendo a Gollini di uscire di piede sullo sciagurato retropassaggio di Caldara. Ed ecco il poker, da lustrarsi gli occhi: rifinitura del migliore in campo, Pasalic per l’uomo che imbraccia la doppietta acciuffando la decina col rigore in movimento davanti all’area piccola. Tripletta al 18′, di esterno destro al volo (Gabriel la tira fuori di scarpa oltre la linea), dopo una doppia combinazione con scavetto tra Gomez e Ilicic che gliela gira di prima con l’ennesima magia di una prestazione mostruosa. Di là l’italo-peruviano (23′) non ce la fa a riaprirla un’altra volta, anche perché un rimbalzo fasullo ne infiacchisce il conato tra le braccia del Gollo; di qua Malinovskyi dà il cambio al capitano e Muriel allo zoppicante Ilicic (toccato duro da Saponara). Lucioni smorza l’ucraino (31′), Gabriel dice di no al Ronaldito sull’asse lungo con Pasalic e l’altra new entry (34′) condito da scambio nello stretto e il temporaneo pareggiatore altrui (36′) a SuperMario, smarcato da Hateboer col Toro di Cali improvvisatosi rifinitore. Ultimi sussulti: volée imprecisa di Tachtsidis da schema da punizione (41′), Muriel in contropiede lanciato da Malinovskyi in combutta con Pasalic fa il sesto dopo aver colto il legno (il fuorigioco viene sbandierato e in seguito annullato dal Var) e Ruslan indovina il settebello nell’angolino sul vassoietto del croato al culmine di una sortita di Hateboer. 70 alla voce reti segnate in 25 gare di campionato, non male.
Effe