E’ la notte dei record, arriverà anche notte degli Oscar magari più avanti. L’Atalanta continua a stupire anche quando gioca senza annientare gli avversari. L’1-0, meritato, sul Bologna significa una serie di primati da stampare, ben chiari, sulle pagine degli annali di storia calcistica. 74 punti quando mancano ancora tre partite al termine, quindi può ancora crescere, ventidue vittorie, quindici risultati utili consecutivi, capolista del girone di ritorno, 95 gol realizzati, 18 gol segnati da Muriel, capocannoniere della squadra, che non è un titolare fisso. Da aggiungere, e non sono quisquiglie, il secondo posto in classifica, almeno fino a stasera, con due punti sull’Inter e cinque sulla Lazio che gioca giovedì sera. Sono numeri e cifre impressionanti che sublimano, comunque vada a finire, il più bello, spettacolare e fantasmagorico campionato della Dea nei suoi centododici anni e nove mesi di storia. Certo, si dirà, è un’Atalanta meno spigliata e disinvolta dalla ripresa del campionato ma giocare dieci partite in un mese è da marziani, non solo ma ha ottenuto otto vittorie e due pareggi segnando sempre: quattro gol, tre, gol, due gol e, notizia clamorosa, un gol a partita nelle ultime due sfide con Verona e Bologna. E’, comunque, un’Atalanta che si sta preparando per il confronto di Champions contro i paperon de’ paperoni parigini. Sembra che in questo ultime partite la squadra nerazzurra centellini le forze, le usi quando c’è bisogno, quasi in maniera scientifica. La Dea si è trovata di fronte un Bologna che voleva riscattare la goleada di San Siro, infatti Mihajlovic, sempre disponibile alla rissa con l’allenatore avversario (Gasperini per l’occasione che, a sua volta, non si tira mai indietro e infatti è stato espulso), ha cambiato cinque giocatori e i rossoblu sono così riusciti, soprattutto nel primo tempo, ad imbrigliare l’Atalanta con manovre veloci, quasi a tiramolla, con Medel che oscurava Pasalic e Soriano pronto ad avviare l’azione offensiva grazie anche ai movimenti di Barrow, pericoloso e audace, e di Palacio. Non azioni che facevano gridare al gol, a parte la micidiale punizione di Musa, sventata da un super Gollini, ma che tenevano alta la tensione. Ma l’Atalanta è scesa in campo con uno spirito diverso da quello notato a Verona. E’ bastato l’inserimento, ad inizio di ripresa, di Muriel al posto di Pasalic e le certezze del Bologna si sono sgretolate. Già Zapata era tra i migliori, con l’ingresso del connazionale ha goduto di spazi più ampi in area rossoblu. Non è un caso che insieme ad un ottimo Castagne abbia costruito per Muriel l’azione decisiva dell’1-0. Del resto, nel secondo tempo il Bologna ha collezionato solo una palla gol col solito Barrow mentre i nerazzurri hanno esaltato le doti di Skorupski con Muriel, Toloi e Colley. Poi qualche acciacco per Zapata, per Palomino e per Djimsiti in aggiunta, per ora, all’assenza di Ilicic, intorno al quale sui social i vari smanettoni si stanno esibendo nelle più fantasmagoriche delle illazioni. Amen. Venerdì trasferta a San Siro per affrontare il lanciatissimo Milan, che è pur sempre dietro di quindici punti. Non dimentichiamolo.
Giacomo Mayer