(Fonte foto di copertina Coni)
Il Presidente del Comitato Regionale Coni Lombardia Marco Riva parla a Bergamo & Sport d
ei suoi programmi per lo sport lombardo, durante la serata organizzata dal Panathlon Area 2 Lombardia alla presenza del Governatore Attilio Belloli. Marco Riva, 38 anni, è stato eletto Presidente all’unanimità lo scorso 13 marzo dal Consiglio elettivo che ha voluto dare un forte messaggio di rinnovamento, puntando su una figura giovane e intraprendente.

Buonasera Presidente, ci racconti quali saranno i punti fermi del suo programma per lo Sport lombardo.

Mi piace identificare il mio programma in tre punti. Dopo aver vissuto una fase difficile come quella della pandemia ci troviamo oggi ad affrontare il futuro. Grazie alla campagna vaccinale, che sta proseguendo bene e in maniera importante nell’ultimo periodo, la situazione sta iniziando a migliorare. Metto al primo posto l’ascolto del mondo sportivo del territorio, quindi dovremo fare squadra con le federazioni, gli enti di promozione sportiva, le associazioni benemerite e tutte le associazioni sportive del territorio. Il secondo punto è fondamentale ed è quello dell’impiantistica sportiva. Per poter fare sport è necessario avere delle strutture adeguate. Quindi faremo un’indagine per identificare al meglio le strutture presenti sul territorio e poi passeremo ad una fase di pianificazione per capire dove, come e se intervenire. Un altro tema legato all’impiantistica sportiva è quello delle palestre scolastiche. Anche questo per noi è importante e speriamo che le associazioni sportive possano usufruire di questi luoghi il più possibile. Per terzo metto la digitalizzazione. Il nostro mondo deve sempre più venire incontro a queste esigenze legate alla comunicazione per poter essere competitivo con tutto quello che c’è all’esterno del mondo dello sport.

Dove nasce la passione di Marco Riva per lo sport?

Nasce da ragazzo perché fin da piccolo mi è sempre piaciuto praticare qualsiasi tipo di sport. Li provavo e li seguivo con interesse. L’esempio che mi viene in mente è il mio approccio curioso e interessato nei confronti dei giochi olimpici, paralimpici e invernali. Insomma un grande interesse per il mondo sportivo in generale e poi un percorso più a livello dirigenziale, partendo dalla tesi universitaria legata al contratto nello sport, con particolare attenzione al calcio e al sistema trasferimenti, fino ad arrivare al Coni Lombardia e al ruolo di Presidente che ricopro oggi.

Parlavamo l’altra sera con il Presidente del Comitato Regionale Lombardia dei Dilettanti Carlo Tavecchio del bisogno di ripartire dai valori sportivi che stanno alla base del movimento. Lei è d’accordo sul fatto che il mondo sportivo italiano abbia bisogno di nuova linfa per andare avanti?

Sono perfettamente d’accordo. Mi piace l’immagine di una pianta che dia buoni frutti nel momento in cui si trovi con delle radici ben piantate in profondità. Nel nostro territorio abbiamo la chiave del nostro sistema sportivo. Oggi diventa sempre più importante avere dei dirigenti sportivi anche a livello territoriale che sappiano gestire le nostre associazioni. Partire dal territorio per arrivare al sogno olimpico. Questo è quello che deve avvenire affinché il sistema sportivo possa essere un’eccellenza come lo è effettivamente il nostro. Ma come ogni sistema il miglioramento è sempre possibile e in questa fase legata alla pandemia e alla naturale crisi che ne è conseguita aggrapparsi al territorio e valorizzarlo è la chiave per ottenere grandissimi risultati in futuro.

Per quanto riguarda le imminenti Olimpiadi di Tokyo cosa si aspetta? Avete lavorato tanto e state ancora lavorando tanto. Arriveranno i frutti di questo lavoro?

Diciamo che le persone impegnate su questo fronte della preparazione olimpica all’interno delle federazioni hanno vissuto un anno molto particolare anche a livello di qualificazioni, chiaramente per le problematiche legate alla pandemia. È stato un anno molto complesso. Detto ciò sono convinto, perché ho visto come hanno lavorato tante federazioni per arrivare al meglio a questo appuntamento,  che l’obiettivo sia quello di vincere una medaglia in più rispetto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e credo che questo sia perfettamente possibile e ce lo auguriamo tutti. Sarà importante poi tenere conto dei piazzamenti ottenuti per poter dare un giudizio in merito alla spedizione di Tokyo.

Mattia Maraglio