Atalanta – Torino 4-0 (2-0)
ATALANTA (4-3-3): Gelmi 6,5; Ghislandi (cap.) 7, Cittadini 6, Scalvini 6, Grassi 6,5; Gyabuaa 6,5 (41′ st G. Renault sv), Panada 7, Sidibe 6,5 (29′ st Zuccon 6); Kobacki 6,5 (17′ st Scanagatta 6), Italeng 9 (41′ st Rosa sv), Vorlicky 5,5 (1′ st Oliveri 6,5). A disp.: Dajcar, Ceresoli, Hecko, Berto, Bonfanti, A. Mehic, De Nipoti. All.: Massimo Brambilla 7.
TORINO (3-4-2-1): Sava 5,5; Aceto 5 (29′ st Nagy 5,5), Spina 5, Celesia 5,5; Todisco 5,5, Tesio 6 (41′ st La Rotonda SV), Kryeziu 6, Greco (cap.) 5; Continella 5 (1′ st Favale 6,5), Horvath 6,5 (16′ st Oviszach 5,5); Vianni 6 (30′ st Gyimah 6). A disp.: Girelli, Ighodalo, Portanova, Karamoko, Cancello, Lovaglio. All.: Marcello Cottafava 5.
Arbitro: Kumara di Verona 6 (De Nardi di Conegliano, Paggiola di Legnago).
RETI: 14′ pt, 21′ pt e 24′ st Italeng (A), 42′ st Ghislandi (A)
Note: pomeriggio piovoso, terreno quasi impraticabile. Ammoniti Grassi, Todisco e Aceto per gioco scorretto. Tiri totali 11-7, nello specchio 7-4, parati 3-4, legni 0-1. Corner 3-1, recupero 30” e 3′.

Zingonia – A volte, quando si va avanti di tre, si riesce pure a provare il piacere proibito di non far risalire la china agli altri mettendo pure il quarto. Dal sabato a merenda al pranzo domenicale, dal Gewiss Stadium al Centro Bortolotti di Zingonia, cambia tutto. La liberazione di un triplo Italeng versione parapioggia e fendinebbia, la ciliegina sulla torta del capitano, che gioca basso a destra pur sapendo fare qualsiasi cosa. La Primavera dell’Atalanta coi pari età del Torino non imita l’harakiri della prima squadra e coglie la seconda vittoria in campionato, a mesi e mesi da quella seconda giornata corsara al “Vismara” col Milan, merito di un Alessandro Cortinovis oggi assente. Quota 8 e coda della classifica un po’ staccata, sparring partner di turno a 5 e Ascoli al lumicino, nel recupero della quinta giornata, la settima effettivamente disputata dai Brambilla-boys, il cui tour de force appena agli inizi prosegue con Samp mercoledì ancora in casa, per la nona pomeridiana, e Bologna fuori sabato all’una per la sesta.
Scampato l’allarme rosso al secondo capovolgimento di fronte (4′), con la pozzanghera di turno a smorzare il mini diagonale di Vianni sulla palla dentro a pelo di risaia di Horvath, a tiro del vantaggio i nerazzurrini aprono le danze delle non troppo rarefatte chances trovandosi il corridoio spalancato dal limite per il tracciante di Sidibe (12′) dopo il ping-pong tra l’ungherese in disimpegno, Gyabuaa e Celesia. La mira non manca all’ariete camerunense, bravo a sfruttare l’assist involontario di Greco che sulla pressione di Kobacki pesca il mini slalom del battistrada che se la sposta sul sinistro incrociando il rasoterra al riparo del recupero alla disperata di Aceto. A uno spicchio dal ventesimo a Gelmi basta alzare braccia e guantoni per opporsi ancora al terminale nemico, pescato una volta di più dal suo fantasista e abile soltanto a far fuori mezza difesa di casa più il libero aggiunto Panada. Senza entrare in area alla qualunque non si batte chiodo, e la Baby Dea dimostra di saperlo fare raddoppiando col ragazzo d’oro della domenica. L’esaltazione del collettivo, dell’opportunismo e anche delle doti individuali: Kobacki scarica per Ghislandi, la torre di Sidibe al largo del secondo palo è perfetta e la girata volante della boa bergamasca un capolavoro di acrobazia.
Ci sarebbero anche le occasionissime del tris. Al 27′, un paternoster dopo che i granata, incornati e scornati, si sono conquistati il calcio franco (27′) col solito noto senza che l’esecuzione di Kryeziu direzionata al primo legno sotto la barriera venga baciata dalla precisione: il polacco a destra rientra sul piede invertito, il rimorchio del precedente assistman ivoriano sfocia in controllo e tiraccio alle stelle privo di opposizione. A 11′ dall’intervallo, invece, Jonathan Ngock dimensione avventura si ritaglia lo spiraglio da rimessa dell’osiense saggiando i riflessi di Sava a difesa della sbarra verticale di competenza. Attenzione, il Toro comunque c’è: a una manita dal tè caldo al riparo dai goccioloni, il felino di razza di Brusaporto a protezione dello specchio scongiura pure il rimbalzo fasullo deviando in angolo la botta di Horvath, con Cittadini a rincorrere invano l’uomo perso per strada e anzi servito in proprio; alle soglie del tunnel, presa in tuffo cementata sul volo d’angelo di Tesio accarezzato dal piazzato da destra del numero 10 magiaro.
Gli ospiti, in una ripresa ad acquazzone esaurito, concedono lo stesso seconde palle come grandinasse e Sidibe non ne approfitta allo start cronometrico. Il festival della mira storta prosegue al 6′ con la new entry Oliveri, smarcatosi un po’ defilato a sinistra sull’ennesimo recupero del colosso d’ebano ex clivense, con l’ascensore a lato di pochissimo di Sidibe chiamato dalla bandierina sinistra dall’ala contestuale. Niente paura, la chiude JNI il fuoriquota, spizzando con la sommità del capo quanto basta per sfruttare il blocco di Cittadini sulla punizione di Panada. Non c’è il rischio di remuntada, come al piano di sopra: Favale quasi dal fondo per Vianni, sinistro e base piena della porta. Chiudono il taccuino la telefonata di Oliveri (29′), Gyimah che la spara dritta entrando da destra (32′), l’aspirante pokerista si arresta sui pugni serrata dell’ultimo baluardo nemico sul filtrante del regista di Torbole Casaglia e la discesa libera di Ghislandi che taglia dal centro dell’area alla sinistra della sorellina piccola per l’appoggio del trionfo.
Simone Fornoni