Momenti difficili, come la domenica della prima squadra, ko proprio a un passo dalla promozione, ma anche l’entusiasmo di un gruppo di dirigenti che riescono a vedere il bicchiere mezzo pieno. L’acqua fresca in casa Paladina si chiama Juniores, formazione che ha appena conquistato il secondo posto nel suo girone regionale, 67 punti all’attivo, e il conseguente accesso ai play-off di categoria dopo un’annata passata a dare spettacolo sui campi di metà della nostra provincia. Chiamiamo, quindi, il presidente Egidio Capitanio, che, nonostante la delusione per la sconfitta dei grandi a Brembate Sopra, si conferma un signore del nostro calcio con la S maiuscola dedicandoci un’oretta del suo prezioso tempo. “Intanto vi ringrazio per avermi chiamato dopo l’ennesima partita vinta dalla nostra Juniores – ci spiega il massimo dirigente con la consueta disponibilità -. Siamo molto soddisfatti dei nostri ragazzi, hanno dato vita a un’annata splendida. Complimenti allo staff tecnico, al mister Franco Franchini, al suo vice, Aziz, e a Cristian Telesca. Sono nove anni che segue ogni partita delle varie Juniores che si sono succedute a Paladina e devo dire che in questa stagione la rosa ha fatto un piccolo miracolo. Giocando sempre senza fuoriquota, che, a questa età, molto spesso fanno la differenza, i nostri ragazzi si sono battuti alla pari contro qualsiasi avversario. Il mister ha impiegato sempre e solo 2006, 2007 e qualche 2008, e per questi giovani si è trattato di una piccola rivincita. Il segreto? Quello di ogni squadra vincente, la costruzione di un gruppo unito e coeso, capace di andare oltre i naturali imprevisti che si verificano in qualsiasi stagione”.
Egidio Capitanio non è certo uno che le manda a dire. Ci spiega: “Con il mister dell’anno passato i ragazzi della Juniores avevano perso un po’ di voglia. Aveva diviso la rosa in due, quelli che giocavano sempre e gli altri e non era riuscito a creare uno spogliatoio disposto a venirsi incontro. Franchini, invece, è stato bravissimo a coinvolgere tutti, portando i suoi giocatori a realizzare qualcosa di storico, un secondo posto che vale quanto la conquista del campionato. Intanto per via della qualità delle avversarie, il Mapello, che ha vinto il girone, e poi squadroni come l’Accademia Isola, il Gorle e il La Torre. A tutte le avversarie faccio i miei complimenti anche per la filosofia scelta, quella di utilizzare il più possibile i giocatori della categoria, affidandosi poco o nulla ai fuori quota”. 
Non parliamo a vanvera, ma per aver visto la formazione di mister Franchini all’opera: gioco armonioso e ad alto tasso spettacolare, impegno massimo da parte di tutti gli elementi, spirito di squadra vissuto all’ennesima potenza. C’è qualche rammarico? “Assolutamente no, ma certe volte penso ai dieci infortuni che abbiamo avuto tra gennaio e febbraio. Non ci fossero stati, magari avremmo vinto il girone. Ma è il calcio e il secondo posto è ottimo, anche per via della crescita esponenziale fatta dai nostri ragazzi sia dal punto di vista tecnico che da quello caratteriale”.
Parlare con Egidio Capitanio è sempre un piacere, soprattutto per l’idea di calcio che ha, quella di coinvolgere sempre tutti i suoi ragazzi, dal più dotato a quello che sul campo fa ancora fatica. Chiudiamo la nostra piccola intervista chiedendogli di farci una manciata di nomi della sua splendida juniores, “tutti i ragazzi sono stati bravissimi, impossibile sceglierne cinque”.
I nomi allora li facciamo noi della redazione che abbiamo seguito parecchie partite, applausi all’intera rosa, in particolare al portiere paratutto Alessandro Daminelli, un 2006, ad Alberto Capitanio, altro 2006, difensore insuperabile e tecnicamente molto valido, poi a Riccardo Bugada, 2007, centrocampista dai piedi buonissimi, al bomber capocannoniere della squadra  Tommaso Maestroni, 2006, e infine segnaliamo Mattia Beretta Mattia, 2008, già pronto per il grande salto,  uomo ovunque.  Lasciamo la chiosa, giustamente, al presidente Egidio Capitanio: “Ma la soddisfazione più grande è vedere quanto questo gruppo sia diventato straordinariamente unito”.
Matteo Bonfanti