“Sarà una stagione lunga e difficile, ma impreziosita dalla Champions League. La squadra è reduce dal terzo posto e deve confermarsi. In più c’è la Coppa Italia, sfuggita solo in finale…”. Simon Kjaer, ufficializzato alle tre e mezza del pomeriggio di lunedì 2 settembre, alle soglie della chiusura del calciomercato, è l’ultimo arrivato ma ha già le idee chiare. Intervistato dal sito ufficiale dell’Atalanta, ha confermato le parole di Gian Piero Gasperini dopo il match domenicale col Torino (“Ha voluto fortemente venire qui”): “Sono lieto di tornare in Italia, sono anni che cercavo questa opportunità. Da giocatore e soprattutto da difensore è in questo campionato che ho avuto la chance di crescere”, la certezza del capitano della nazionale danese, in prestito secco dal Siviglia.

Un giocatore dal lungo curriculum e dalle grandi cifre, pur senza trofei in bacheca: 420 partite (44 nelle coppe europee) e 20 reti nei vari club più 89 e 3 con la Danimarca (Mondiali 2010 e 2018, Europeo 2012), tre stagioni nel Belpaese, al Palermo dal 2008 al 2010 e quindi alla Roma nel 2011-2012 in prestito dal Wolfsburg. “Ai miei primi anni nel campionato italiano ricordo un’Atalanta in crescita, ne avevo incontrata la Primavera a un Torneo di Viareggio (nel 2008, col Midtjylland, ndr). Ha sempre avuto la sua forza nel settore giovanile: adesso è la squadra italiana che gioca meglio”.

Kjaer, terzo giocatore degli andalusi del plenipotenziario Ramon Monchi ad approdare a Zingonia in una sola estate dopo Luis Muriel e Guilherme Arana, non si presenta con troppi proclami a livello personale: “Preferisco parlare sul campo, ma posso dire che l’Atalanta mi ha offerto l’opportunità che cercavo di tornare nel vostro Paese e raggiungere l’accordo è stato semplice“, spiega il mastino trentenne, in carriera anche con le maglie di Midtjylland, Lille e Fenerbahce, in cui è stato compagno proprio di Skrtel nel 2016-2017. Una sola missione: “Mettermi a disposizione della società, che affronta un’annata importante nella sua storia”