Napoli – Atalanta 2-0 (0-0)
NAPOLI (4-3-3): Gollini 6,5; Di Lorenzo 6,5, Rrahmani 6,5, Kim 7 (31′ st Juan Jesus 6), Olivera 6; Anguissa 7, Lobotka 6,5, Zielinski 6,5 (21′ st Ndombele 6); Politano 7 (21′ st Elmas 6), Osimhen 7,5 (40′ st Simeone sv), Kvaratskhelia 7 (40′ st Zerbin sv). A disp.: 1 Meret, 12 Marfella, 55 Ostigaard, 19 Bereszysnski, 31 Zedadka, 4 Demme, 70 Gaetano. All.: Luciano Spalletti 7.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Toloi (cap., 44′ st Lookman), Djimsiti (44′ pt Demiral), Scalvini; Maehle (23′ st Zappacosta), De Roon, Ederson, Ruggeri; Pasalic (23′ st Boga); Hojlund (1′ st Muriel), Zapata. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 5 Okoli, 6 Palomino, 93 Soppy. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Colombo di Como 6 (Berti di Prato, Colarossi di Roma 2; IV Doveri di Roma 1. V.A.R. Valeri di Roma 1, A.V.A.R. Abisso di Palermo).
RETI: 15′ st Kvaratskhelia (N), 32′ st Rrahmani (N).
Note: minuto di silenzio per le vittime del naufragio di Cutro. Mezza sera tiepida, spettatori 50.601. Ammoniti Ruggeri, Osimhen e Scalvini per gioco scorretto. Tiri totali 18-6, nello specchio 6-3, parati 4-3, respinti/deviati 5-0. Corner 10-5, recupero 3′ e 4′.

Napoli – Cominciamo dal gong: terza di fila al riparo da gol fatti e ottavo ko stagionale, quinto nelle ultime sette allacciate di stringhe. Sotto forma di Kvicha all’incrocio dopo la controsterzata, con deviazione involontaria di zucca del rientrante Scalvini, e Rrahmani d’incornata a palombella su angolo di Elmas. La triste e inevitabile fine del vano e poco convinto tentativo dell’Atalanta di giocarsi la missione impossibile nella tana del Napoli. Quattro scivoloni su sette turni nel girone di ritorno sono più che sufficienti per il rigurgito di memoria della seconda metà fallimentare della scorsa stagione, quella dei 21 punti a ruota dei 38 prima del giro di boa, mentre adesso siamo ai 7 sui 21 disponibili, un terzo esatto, col settimo posto virtuale in caso di revoca della penalizzazione alla Juventus. Più di ogni altra considerazione, i primi due tiri verso quel rettangolo magico dopo settantacinque minuti di attesa, un controsenso rispetto alla storia recente della Dea targata Gasperini.
Al 6′ Musso deve già calare la saracinesca su Politano, due gialli provocati nel primo tempo, smarcato al limite dalla rifinitura di Zielinski, per poi trovarsi a spazzare il primo retropassaggio, mentre finisce in curva la risposta di seconda di Maehle in scia al ping-pong sul primo corner di Hojlund, unico mancino deputato a tirarne. Niente strizza, a match e soprattutto ritmi controllati difendendo regolarmente a cinque, dal campanile di testa di Rrahmani due corsette oltre il quarto d’ora sullo schema da destra del primo tiratore del prefestivo, che nondimeno provoca il giallo a Ruggeri per via di un tackle ritardato. La conversione dall’out di Kvaratskhelia al ventesimo colpisce inavvertitamente il polacco, Pasalic invece è disturbato da Di Lorenzo (22′) sulla pennellata del danese. Pausetta fino al calcio da fermo di Zielinski che Anguissa prova invano a tramutare in oro nella mini mischia appena dentro l’area un poker di lancette più tardi. Occhio, però, al georgiano che centra defilato ma da vicino l’omero destro del portiere argentino dopo aver preso il fondo a Maehle. La mira difetta anche a Ederson dalla lunga e alla fronte piena di Osimhen sull’ennesimo piazzato della sua mezzala dalla fascia destra uno spicchietto oltre la mezzora.
La variante di Spalletti, temporanea per carità, è l’inversione degli esterni bassi, al contrario del Gasp che non sposta manco una virgola. L’arquero concittadino del grande Sivori a un settebello dall’intervallo mette una pezza sullo sbrego da lui stesso aperto sul radente dal fondo del centravanti di casa, che favorisce l’appoggio di Zielinski per il conato numero due dell’ala destra mancina. I muscoli di Djimsiti proiettano Demiral al centro della retroguardia.
Lo start della ripresa non cambia il leitmotiv, tranne la ricomposizione della coppia d’attacco colombiana in nerazzurro: Politano semina il panico e Osimhen non ci va lontano, in semirovesciata (3′), bloccata dall’uomo di San Nicolas de los Arroyos. Lo slavo del centrocampo dei Ciucci e la sua ala sinistra ragliano rispettivamente addosso a De Roon e ben sopra il montante (9′), il loro terminale nel nulla bergamasco firma la tredicesima conclusione di casa (14′) correggendo male in gioco aereo la pallonessa numero enne del compagno allineato a destra. Manca un amen al capolavoro kvaratskheliano su apertura del buon Victor, ma all’origine c’è il borseggio in mezzo di Anguissa a Ederson, che non si capisce cosa c’entri col progetto-Dea costretto com’è in mediana da centrocampista a tre qual è. Perfino la chance d’esordio avversaria era piovuta dalla sua zolla mal difesa.
Al 26′ Muriel reclama il mani di Elmas sul cross da destra del connazionale sugli sviluppi del terzo tiro della bandierina. Lucho s’avvampa per l’accelerata mancina strozzata in corner dall’ex Gollini, che poi blocca con qualche difficoltà la zuccata centrale di Duvan sull’esecuzione da fermo dell’altro portacolori del calcio da salsa. Il tutto fra 28′ e 29′. In precedenza, mai visto lo specchio. Il bis locale, infine, con tante grazie alla palla dal lato regalata da Scalvini, giunge da situazione inattiva, non proprio inaspettato. Ruggeri a rimorchio del comunque volenteroso Toro di Cali saggia una volta ancora i riflessi del rapper coi guanti dal dente avvelenato (39′). Vabbè il gap tecnico, ma approccio e atteggiamento potrebbero essere più costruttivi. Per non sbracare alle soglie dell’ultima pausa del campionato, meglio che battere l’Empoli il venerdì 17 non c’è.
Simone Fornoni