Hellas Verona – Atalanta 0-1 (0-0)
HELLAS VERONA (3-5-2): Montipò 5,5; Coppola 6,5, Gunter 6, Ceccherini 6 (20′ st Hien 5,5); Terracciano 5,5 (40′ st Doig sv), Ilic 6, Veloso (cap.) 5,5 (7′ st Hongla 5,5), Tameze 6,5 (39′ st Cortinovis sv), Lazovic 6; Lasagna 6,5, Henry 5,5 (39′ st Djuric sv). A disp.: 22 S. Berardi, 34 Perilli, 2 Amione, 27 Dawidowicz, 32 Cabal, 45 Retsos, 77 Sulemana, 28 Praszelik, 30 Kallon. All.: Gabriele Cioffi 6.
ATALANTA (3-4-2-1): Musso 6; Okoli 7, Demiral 6,5, Toloi (cap.) 6,5; Hateboer 5,5 (21′ st Zortea 6,5), Koopmeiners 6,5, De Roon 6, Soppy 5 (1′ st Ederson 6,5); Malinovskyi 5,5 (21′ st Boga 6), Lookman 5,5 (1′ st Muriel 6,5); Zapata 6 (44′ st Maehle sv). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 42 Scalvini, 22 Ruggeri, 88 Pasalic, 17 Hojlund. All.: Gian Piero Gasperini 6.
Arbitro: Prontera di Bologna 6 (Di Gioia di Nola, De Meo di Foggia; IV Ayroldi di Molfetta. V.A.R. Ghersini di Genova, A.V.A.R. Galetto di Rovigo).
RETE: 5′ st Koopmeiners (A).
Note: tardo pomeriggio sereno, spettatori 16.106. Ammoniti Soppy, Koopmeiners, Malinovskyi, Ceccherini e Hien per gioco scorretto, Gasperini (31′ pt) ed Henry per proteste. Tiri totali 12-16, nello specchio 3-8, parati 3-7, respinti/deviati 1-3, legni 0-1. Corner 7-7, recupero 0′ e 5′.

VeronaL’Hellas mette spavento cogliendo pure un legno, Koopmeiners fa la ragnatela all’angolino tenendola bassa dopo 49 giri d’orologio da horror e l’Atalanta a Verona si spiana una strada apparentemente in salita. La chimica di squadra riprende a essere un bilanciamento difficoltoso a ruota dell’1-1 interno col Milan e a meno 4 dalla sfida casalinga al Torino, ma si sale lo stesso a quota 7 alla terza giornata ed è grasso che cola. Gasperini fa esordire Soppy dallo start concedendo il battesimo da titolare a Lookman, salvo bocciarli entrambi virando al 4-2-3-1 (salvo finale con ingresso di Maehle) nella ripresa. Per Hojlund ci sarà tempo, anche per non usurare Zapata, costretto a fare il boia e l’impiccato arretrando per far salire compagni che non sempre ci sentono da quest’orecchio.
Una croce e ben poche delizie in avvio, dalle estreme e tra le linee, perché è Veloso a sferrare col piede debole al volo la conclusione tanto per rompere il ghiaccio senza approfittare della scivolata a liberare l’area di Demiral sulla palla bassa di Lasagna, raggiunto dal lancetto di Coppola. Palla a lato anche dal pericolo number two, quando l’ex Tameze lancia la punta ex Udinese che aggira il recupero del futuro schiodatore dello score scagliando il mancino dritto per dritto sull’esterno della rete. Siamo al quarto d’ora e Terracciano, a un ottovolante esatto dal giallo indotto, stoppa in angolo l’altra ex Zebretta, schierata a sinistra dal tecnico nerazzurro, che ricava inizialmente pochino dal duo largo ma non troppo sulla trequarti. Un paio di lancette oltre il ventesimo il perno turco ospite protegge il suo portiere dall’assalto di Henry, in asse ancora con la mezzala camerunense.
Bergamaschi imprecisi, rinunciatari e incapaci di ripartire come di impostare, tanto che se la fanno sotto perfino sulle impostazioni di Ceccherini, bravo a pescare la sua punta tutta sinistra che dalla distanza induce Toloi alla deviazione-rifugio sul fondo a un rintocco dalla mezzora. Nulla anche dalle situazioni inattive, vedi torsione in gioco aereo di Okoli a una decina dall’intervallo a correzione dello schema chiamato da lontano da un Malinovskyi privo di misura su azione. Poco più tardi il buon Brandon sgancia il tiro-cross per il tuffo di Montipò a favore di telecamere. E allora riecco l’allarme rosso al minuto quaranta: il pendolino a sinistra locale mette in ambasce De Roon semplicemente ammollandola, il francese già al Venezia sponda Ilic che fa la barba al legno.
L’occasione per il tardivo risveglio, perché l’anglo-nigeriano, raddoppiatore a Marassi, scrive destro-sinistro a referto buttandosi negli ultimi 16 metri per trovare l’opposizione di Gunter e di Montipò. Fuori dal tunnel Ederson e Muriel provocano il cambio di strategia: il brasiliano ci prova subito da 25 metri, radente out di non molto. Il successivo conato del duo da polder in mediana, appoggiato dal compagno-connazionale nella corsa ariosa, è invece quello buono. Un tris cronometrico e la verticale tra l’ucraino e Capitan Futuro chiama il baluardo gialloblù all’uscita per anticipare il primo colpaccio della finestra estiva. Scollinato il quindicesimo Adrien il francese la sgancia radente da lontano non sorprendendo Musso, cosa che al contrario fa il suo suggeritore serbo spaccando la porta all’altezza del montante. Subito dopo (18′) è il Colonnello a fallire il raddoppio nonostante l’imbucata al bacio di Lucho cozzando di destro contro il piedone di Montipò. Seguono il ritardo di Boga sul tracciante da mancina del match winner, la telefonata di Henry quasi dal divano (23′), il borseggio dell’ivoriano (27′) a Hien vanificato dalla ciabattata al momento di concludere, le praterie per lo sprecone Ederson (29′) che è troppo defilato e il sinistro di Zortea, vincitore del duello in corsia, rintuzzato in corner al trentesimo. Non mancano i momenti stracchi, tipo Lazovic che semina panico in serpentina quasi costringendo fra’ Martino all’autogol a dieci dal novantesimo. Di là c’è il battesimo del fuoco in serie A per il volto notissimo Cortinovis, di qua lo sciupio di Toloi addosso al guantone nemico sul triangolo lungo con il colombiano-bis (42′) e dell’altro brasileiro che alza la mira pur smarcato al limite dall’accentrato ex Sassuolo. Lazovic, spostato a destra dal cambio Terracciano-Doig, non può beffare Musso che gli toglie dal sette quello che pareva un traversone a scarpa invertita alle soglie dell’extra time. Nemmeno Muriel fa 2-0, va bene così.
Simone Fornoni