Dicono che in alcuni versi incisi negli harem dei sultani persiani, si trovassero le trenta perfezioni che una donna dovrebbe possedere per essere considerata assolutamente bella. Ritengo non sia il caso di elencarle tutte, non mi sembra possa interessare a qualcuno, e poi questo giornale non tratta argomenti del genere. Invece sì, ve le elenco, eccole: tre cose bianche (la pelle, le mani, i denti); tre nere (gli occhi, le ciglia e le sopracciglia); tre rosse (le labbra, le guance e le unghie); tre lunghe (il corpo, i capelli, le mani); tre corte (le orecchie, i denti e i piedi); tre larghe (il petto, la fronte e l’orbita dell’occhio); tre strette (la bocca, la vita e il collo del piede); tre grosse (le braccia, le cosce, il polpaccio); tre sciolte (le dita, i capelli e le labbra); tre piccole (il seno, il naso e la testa).
Se possedete tutte e trenta le perfezioni significa che siete belle come Venere, Diana o come Esther di Balzac. Se, invece, vi sembra ve ne manchi qualcuna, non dovete preoccuparvi affatto perché queste bellezze perfette in Italia non esistono. L’Italia è il Paese dove tutte le donne presentano tratti particolari affascinanti… Questi poi erano i canoni di bellezza secondo i sultani di un tempo e potrebbero anche non trovare d’accordo l’uomo della vostra vita. Inoltre, quasi tutti gli uomini si accontentano, si fa per dire, se solo venti di questi trenta requisiti vengono soddisfatti. E, se cercate per bene, scoprirete di possedere anche le altre dieci perfezioni. Da qui in avanti avrei dovuto spiegare il legame tra il gioco del calcio e la bellezza femminile, come peraltro direbbe il titolo, ma non lo faccio. Non prestereste attenzione, impegnate come siete nella rilettura e nel commento delle trenta perfezioni. Del resto, noi uomini, vi adoriamo proprio perché siete fatte così.
Evro Carosi