MARCELLA DANON ECOPSICOLOGA DA OSNAGO – Non mi sembra vero di abitare qui da 12 anni e di avere scoperto solo adesso il mio giardino. E’ relativamente piccolo, 200 metri quadrati, ma mi sembrava fin troppo grande dovendomene occupare in prima persona. Un giardino casual; alcune essenze le ho messe intenzionalmente appena arrivata, molte altre sono arrivate da sole. Un giardino in cui tolgo, più che mettere, suscitando note di disapprovazione dei vicini che, quando mi incrociano, mi dicono “è ora di tagliare l’erba!”. Un giardino a cui ho sempre dato poca attenzione, strapazzata da una vita personale e professionale in grande movimento, spesso in viaggio, spesso altrove. In questi giorni di sospensione dal folle tran tran quotidiano in cui mi ero cacciata, questo giardino è diventata l’oasi, l’ora d’aria, il santuario, una benedizione senza fine in cui ho imparato a conoscere e riconoscere quasi ogni singolo filo d’erba, cespuglio, rampicante, lumaca, lombrico e lucertola che, negli anni, hanno fatto di questo luogo la loro dimora. Ho iniziato a dedicarmi nuovamente al giardino con lo stesso spirito di Michelangelo, che si preoccupava solo di togliere quello che non c’entrava, come definiva il suo modo di scolpire. E così ho scoperto, quello che già sapevo benissimo, che occuparmi nel giardino, con questa modalità collaborativa e non impositiva, è una meditazione, un’occasione di rilassamento e di apertura all’intuizione. Un potente ritiro meditativo, che ora so poter fare anche a casa. Con immensa gratitudine, a questo piccolo universo verde di cui ho la fortuna di potermi prendere cura e la fortuna che sia lui/lei a prendersi cura di me. Con la ferma intenzione di imparare a ricalibrare il mio stile di vita con ritmi più organici!

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A cura di Costanza Vismara. Se volete mandarci il vostro racconto di questi mesi, inviate i vostri pensieri a costyfura@libero.it