Minuto 96, fine delle speranze di poter agguantare la Lazio, salita a 63 perché Ayroldi non fischia un fallo su Cuadrado, Perin non trattiene l’ultimo fendente a temo ormai scaduto di Basic e c’è il tap-in beffa di Milinkovic-Savic. La squadra di Maurizio Sarri acciuffa l’obiettivo e sarà Europa League. Se i tifosi dell’Atalanta, la società, il tecnico e i giocatori vogliono davvero tenersi una competizione da affiancare al fronte interno per la sesta stagione di fila, oltre a tifare per il ritorno al bottino pieno al sipario del campionato contro l’Empoli devono farlo sia per la stessa Juventus, appena fattasi rimontare due gol dopo essersi arroccata per sfinimento (?) come d’abitudine, che per il Torino. Quest’ultimo per tenere la Roma, che ha 60 punti, ovvero uno in più ma cogli scontri diretti inesorabilmente a favore, il più in basso possibile.

I granata, venerdì in casa nel discusso anticipo tale da far saltare la regola della contemporaneità tra squadre che all’ultimo tuffo hanno lo stesso obiettivo. I bianconeri, sfumata per menefreghismo palese e per l’errore del direttore di gara (10′ Vlahovic, 36′ Morata, 51′ autogol di Alex Sandro su colpo di testa di Patric, annullata rete a Felipe Anderson all’89’ per un fallo in attacco di Milinkovic su Bernardeschi) la vittoria che avrebbe favorito i nerazzurri nel secondo posticipo del lunedì, devono rendere visita alla Fiorentina, schiantata dal poker sporco sul gobbone (16′ Ferrari, 30′ Quagliarella, 71′ Thorsby, 83′ Sabiri, 89′ rigore di Gonzalez; espulso Omar Colley al 94′) dalla Sampdoria già salva. Il brutto è che l’Aquila era l’unica squadra con cui quella bergamasca ha (aveva) gli scontri diretti pari: il quinto posto è matematicamente sfumato, può esserci al massimo un cambio della guardia tra club capitolini.

Tra il risultato a sorpresa a Marassi e l’1-1 dell’altro ieri di José Mourinho col Venezia caduto a piombo in B con l’ex nerazzurro Andrea Soncin in panchina, verrebbe da dire che la rincorsa alle competizioni Uefa sta assomigliando a tratti a una sorta di suicidio di massa. Gettare alle ortiche tanto ben del dio del pallone mancano la quinta vittoria stagionale in campionato sarebbe un delitto, ma il destino non è tra le mani e i piedi di Zingonia. Gian Piero Gasperini, dunque, tiene gli occhi puntati innanzitutto sull’allievo prediletto Ivan Juric, senza più obiettivi da tempo se mai ne ha davvero avuti, per provare l’operazione-scavalco. Per ottenere l’Europa League ci vorrebbe una combinazione iper-favorevole di risultati, mentre la prospettiva della Conference, di cui i giallorossi sono finalisti mercoledì prossimo a Tirana contro il Feyenoord, a un turno esatto dal redde rationem, sembra accendere ben poco fantasie ed entusiasmi.

Quanto alla classifica avulsa, Roma in vantaggio sull’Atalanta (4-1 a Bergamo, 1-0), sulla Lazio (2-3 fuori casa e 3-0) e pari con la Fiorentina (3-1, 0-2). Lazio in vantaggio sulla Fiorentina (1-0 e 3-0), anche se ormai è un conteggio superfluo, sotto (3-2 e 0-3) coi cugini e in parità con l’Atalanta (2-2 a Bergamo, 0-0 all’Olimpico, ma avrebbe contato la differenza reti generale, o in subordine le reti segnate). Fiorentina in vantaggio sull’Atalanta (2-1 a Bergamo, 1-0 in casa), attualmente in svantaggio con la Roma (1-3) e con la Lazio (0-1 e 0-3). Atalanta in svantaggio con la Fiorentina (1-2 e 0-1), alla pari teorica con la Lazio e sotto anche con la Lupa (1-4 e 0-1). In caso di arrivo teorico a pari punti di tutte e tre, ormai impossibile, la classifica reciterebbe Roma 12, Lazio 11, Fiorentina 9 e Dea 2. Ci vuole un miracolo, visto che in campo continua a succedere di tutto e di troppo. E che solo le piccole paiono disposte all’aiutino.