“Tutti sognano di giocare nell’Atalanta: io lavorando duro e credendoci ce l’ho fatta. Un sogno che dura da quest’estate”. Matteo Ruggeri, dopo l’esordio in A in nerazzurro a ruota degli spiccioli contro il Liverpool, non poteva non presentarsi ai microfoni di Sky Sport. La sua è la felicità di tutti e tifosi e soprattutto dei bergamaschi, perché si tratta dell’enfant du pays capace di coronare i desideri di ogni bambino: “Essere qui è un’emozione pazzesca, tutti i ragazzi sognerebbero di essere al mio posto. Qui credono tanto nei giovani, nel gioco: ti costruiscono per farti giocare a calcio, impari tutto ciò che serve per fare il professionista”.

Diciott’anni compiuti il 18 luglio, valbrembanino di Zogno, cresciuto nella Zognese (ai tempi Zogno 98) e lì rimasto fino ai nove anni quando il maestro Raffaello Bonifaccio lo portò a Zingonia, Ruggeri non dimentica le origini: “Ho avuto tanti bravi allenatori, il primo è Alessandro Bonacina, quello che mi diceva che rischiavo di far male agli altri col mio tiro di sinistro. Sono un ragazzo che ha fatto la trafila nel settore giovanile e adesso sono in prima squadra: devo ringraziare Gasperini per la fiducia e i compagni per l’aiuto. Qui a livello umano prima ancora che calcistico insegnano tanto, anzi tutto”.

C’è anche spazio per il Ruggeri studente, oltre che per il Ruggeri dispensatore di buoni suggerimenti a chi vuole ricalcarne le orme: “All’Atalanta quando ero più piccolo mi controllavano le pagelle. Me la cavavo, adesso cogli allenamenti fatico un po’ ad andare a scuola: mamma Isabella ci tiene. Ai ragazzi consiglio di divertirsi, oltre all’impegno e alla dedizione. Se hai testa e fai sacrifici anche fuori dal campo, conducendo una vita sana, puoi sognare e riuscirci. Ho sempre avuto allenatori bravissimi che mi hanno insegnato cosa significa essere un uomo”.