Nel racconto offerto dalla splendida cavalcata del Valcalepio, tornato in Eccellenza con il titolo conquistato domenica scorsa, spiccano le gesta compiute, ai lati opposti del terreno di gioco, da due elementi impostisi alla ribalta in maniera decisiva e preponderante. Lungi dall’attuare un approccio troppo semplificativo, in sede di analisi, non è un mistero che l’impronta più marcata, all’interno del collettivo guidato dalle sapienti mani di mister Alessio Delpiano, sia provenuta dalle parate di Simone Festa e dalle giocate di Walid Guienne. L’uno affidabile guardiano dei pali; l’altro mirabile trascinatore, in termini realizzativi. Nel mezzo, il filo conduttore rappresentato dal riscatto: un riscatto personale, determinato da alcuni passaggi a vuoti emersi lungo la carriera – vedasi la retrocessione dello scorso anno per Festa – che diventa il riscatto per una squadra e un intero ambiente. L’impresa dei rossoblu è bella che servita, ma in vista dei balletti estivi, centrati verosimilmente sulle potenzialità di questo Valcalepio sul proscenio dell’Eccellenza, diventa doveroso sottolineare gli enormi meriti di Festa e Guienne, autentici elementi-copertina in un’annata destinata a passare alla storia. Del resto, la costanza di rendimento esibita dai ragazzi di Delpiano è passata, anche, per la rassicurante presenza garantita da Simone Festa, titolare inamovibile in tutti e trenta gli incontri della stagione regolare. Tacciato, sulla falsa riga di quanto accaduto lo scorso anno, di essere fin troppo timido, il talentuoso estremo di scuola-Brescia, dotato di trascorsi in Serie D con Trento e Sporting Franciacorta, ha risposto con una personalità apparsa, a tratti, disarmante, in linea con l’affidabilità concessa dai suoi salvataggi. Garante di qualsiasi operazione riguardante il pacchetto arretrato, Festa, classe ’99, ha realmente guidato, a suon di interventi e salutari strigliate, i difensori rossoblu, fino all’apoteosi raggiunta con le parate raccontate, soprattutto nel primo tempo, nella sfida di tre domeniche fa, con il Calvenzano, in un passaggio suonato realmente cruciale per le sorti dei calepini. Dall’altra parte, ecco “Wallo” Guienne, il capocannoniere del torneo appena andato agli archivi. Ricompreso nelle fatidiche quote sui giovani, trattandosi di un elemento classe 2004, il guizzante attaccante originario della Burkina Faso ha dettato legge, con le sue 13 reti e con un instancabile movimento, sulle due fasi, che lo ha reso imprescindibile, all’interno delle alchimie tattiche proposte da mister Delpiano. Brillante, generoso e, soprattutto, prolifico, laddove si è trattato di passare all’incasso per tradurre in fatti l’immane sacrificio del giocatore, ma anche di un intero collettivo, Guienne entra, di diritto, tra le note più liete, oltre che emergenti, dell’intero panorama dilettantistico. Con un Valcalepio atteso dal non facile compito di allestire una squadra all’altezza degli standard richiesti dall’Eccellenza, diventa logico chiedersi che ne sarà di due dei più puri talenti espressi da questa stagione. Le prestazioni fornite non sono di certo passate inosservate e, giocoforza, calamiteranno le attenzioni dei top club, bergamaschi e probabilmente lombardi. Alla società presieduta da Enzo Curnis il non facile compito di sbrogliare quegli interrogativi apertisi grazie a una stagione vissuta nel segno dei record. Record che rimandano al terreno di gioco, come il primato assunto fin dalla prima giornata di campionato e a dati quali miglior attacco (55 reti), maggior numero di vittorie (17, a braccetto con la Colognese) e minor numero di sconfitte (4). E record che rimandano al lavoro settimanale, offerto dentro e fuori dal tappeto verde, di mister Delpiano, tornato a ruggire più forte che mai, tra i dilettanti, dopo il titolo di Serie D conquistato, nel 2015, con il super Castiglione.
Nik

Nella foto di copertina, Festa a sinistra, con il preparatore Beppe Copler e Matteo Sora. Qui sotto Guienne