Oggi vorrei condividere con voi un pezzettino del mio vissuto politico amministrativo.
Giusto una parentesi di questi ultimi vent’anni nel piccolo della mia esperienza (e non solo mia), soffermandomi, per lo più, sugli ultimi dodici.
È il periodo in cui ho svolto il ruolo di assessore in un Comune medio piccolo di circa 9000 abitanti.
Il mio vorrebbe anche essere un piccolo sfogo, ma non fine a se stesso: l’obiettivo è quello di sensibilizzare i lettori sull’impegno svolto da chi siede come parte politica nelle amministrazioni pubbliche.
Inutile dire che mi riferisco all’attività comunale, anche perché – proseguendo verso ruoli più “alti e ambiti” della politica -cambiano numerose dinamiche.
Che dire: è stata ed è una esperienza importante, impegnativa e bella.
Bella, perché puoi concretamente dare una mano alla comunità, cercando di far funzionare per il meglio la complessa macchina pubblica.
Importante, perché è anche un momento di crescita personale, che ti obbliga a cercare di fare sempre meglio (perché si può e si deve fare sempre meglio).
E’ decisamente impegnativa.
Lo è non solo perché occupa buona parte del tuo tempo libero, oltre a quello in cui sei già impegnato per lavoro; lo è perché sei consapevole della responsabilità che ti viene posta sulla testa non “solo” in termini squisitamente etici, ma anche pratici.
Un esempio: qualche anno fa ho scritto una parola poco felice rivolta ad un importante personaggio pubblico.
Al netto che si trattava di un post privato ed evidentemente qualche amico di fb lo ha reso pubblico, era uno sfogo per un atteggiamento del soggetto che, a mio dire, “ledeva” alcuni interessi della mia comunità in quel momento.
Con l’interessato è stato immediatamente chiarito il problema e – per i miei modi forse poco ortodossi – non ho esitato a chiedere scusa.
Però una persona – definiamola notoriamente “legata” ad un rappresentante di una delle minoranze – aveva deciso di cercare di colpirmi danneggiandomi sul personale lavorativo, sfruttando questa vicenda. Poco chiaro se fosse in buona fede o meno.
Il danno di fatto è stato scongiurato solo in parte: presumibilmente il soggetto sperava in un differente e ben più grave risultato a mio sfavore, ma comunque, per più di un anno ho avuto problemi “logistici” non di poco conto.
Quindi il primo motivo che mi porta a definire impegnativo questo servizio, è che sempre più spesso chi è politicamente differente dalla tua posizione, cerca di infangare la tua onorabilità cercando – più o meno consapevolmente – di cagionarti un danno.
Insomma, l’obiettivo che sembra ripetersi pare questo: “se non combina qualche guaio sufficientemente rilevante per rompergli le balle sull’operato amministrativo, proviamo a colpirlo nel resto”.
Ovviamente, non tutti operano in questo modo, ma questa macchina del fango è accesa sempre più spesso: questa riflessione nasce per lo più dal confronto con amici in forza in altre amministrazioni, anche legate a parti politiche avverse alla mia.
Che poi come scriveva Voltaire: “la critica è una cosa molto comoda perché si attacca con una parola e poi occorrono pagine per difendersi”. Brutta cosa la critica non costruttiva: fa male a tutti, soprattutto ai cittadini che restano confusi, arrabbiati e senza risultati vantaggiosi in termini di efficienza amministrativa!
Poi ci sono i singoli cittadini che si lamentano se non ottengono ciò che è loro gradito. Qualcuno educatamente chiede spiegazione cercando di trovare un punto d’incontro lecito, opportuno e valido, ma altri cavalcano l’onda dell’insulto e della contestazione fine a se stessa, magari in qualche modo perverso pensando di poter ottenere il risultato sperato.
Peccato che spesso dimentichino che l’interesse pubblico non sempre coincide con l’interesse del singolo. Anche i cittadini dovrebbero (dovremmo) comprendere il significato di sinergia per il bene di tutti.
Ci sono poi alcune minoranze che provano a cavalcare l’onda del malcontento, sperando di portare a casa voti in questo modo, perché del resto non è sempre facile farsi apprezzare dal popolo per idee innovative, utili e FATTIBILI per il territorio.
Dimenticavo due particolari: gli amministratori comunali (maggioranza o minoranza che sia) non fanno i soldi con il ruolo che rivestono, semmai li mettono di tasca propria senza rendere per forza pubblica la buona azione.
Il secondo particolare? Spesso chi critica o si lamenta di continuo nemmeno usa attenzione nella raccolta differenziata: beh non oso immaginare cosa accadrebbe se un bel giorno nessuno volesse più impegnarsi nel ruolo di amministratore … pensiamoci…
Buon tutto a voi 🙂
Vanessa Bonaiti