Altro che “Fate i bravi”. Quello è papà Antonio. Il presidente. Il figlio Luca, l’amministratore delegato, non la manda a dire durante il saluto di Natale ai mass media: “È in questi momenti che si vede chi vuole bene all’Atalanta. Significa proteggere Bergamo e volerle bene. Giusto criticare, ma quando si prende la penna in mano bisogna farlo con spirito positivo, ricordandoci da dove veniamo”.
Chiamatelo appello o apostrofe, magari non strigliata perché non è il caso, il prenipotenziario nerazzurro non è proprio il tipo. La sua è la difesa d’ufficio di una piazza intera che non riesce ancora a digerire, di fatto, il distacco dal numero tutelare del novennio d’oro, Gian Piero Gasperini. Un’eredità pesata come un macigno sulla panchina di Ivan Juric, e che scotta non poco anche tra le mani del nuovo che avanza, Raffaele Palladino. 2-2 in campionato senza pari, 3-0 in Champions cogli ottavi a vista.
Non è l’apologo della gestione di famiglia. È l’autodifesa di una terra che reclama il suo diritto alla grandezza pur restando umile.
“Siamo custodi del bene dell’Atalanta. L’obiettivo è mantenere un livello alto, ma ricordiamoci che scivolare indietro è un secondo.
Il 2025 è stato un anno straordinario, abbiamo vissuto emozioni fantastiche che potremo raccontare in futuro. A volte diamo per scontati il livello raggiunto, le competizioni che giochiamo, gli avversari che affrontiamo. Giusto criticare, ma c’è modo e modo: chi prende la penna in mano lo faccia con spirito positivo, sapendo da dove veniamo e cosa abbiamo vissuto.
Faccio l’amministratore da sedici anni e ricordo bene cosa c’era allora. Tutti hanno contribuito ai risultati raggiunti. In questi momenti si vede chi vuole bene l’Atalanta. Scivolare è un secondo, ne abbiamo esempi illustri nel nostro campionato. E volerle bene e proteggerla significa voler bene alla città”.
Questo era per l’edizione rinnovata di “fate i bravi”. Il resto è il padrone di casa, casa dei partner invero, ChorusLife, che accoglie tutti e alla fine chiede se hanno mangiato bene, se hanno gradito il regalo e si intrattiene volentieri con chiunque abbia qualcosa da dirgli. Un complimento per il figlio Giovanni, ragazzone di buona gamba che sfreccia a tutta destra nella Primavera, ormai titolare stabile, con gol da battesimo del fuoco alla Pro Vercelli, quello no, non lo può gestire da manager. Viene fuori il padre che non sa dove nascondere l’orgoglio. Arrossisce e sorride, ma mica a denti stretti. Di gioia. “Ricalcherà le orme del nonno e del papà?”, la domanda. “L’importante è che giochi e si diverta”. Proprio come i mass media vedendo giocare la creatura di Antonio e sua. Una figlia, una madre e una sorella per tutti i bergamaschi. Ma dopo tutto si litiga un po’, si esce dal seminato e ci si rimbecca anche in famiglia, no? SF


giovedì 18 Dicembre 2025
