Atalanta – Genoa 1-0 (1-0)
ATALANTA (3-4-2-1): Pardel 6,5; Tavanti 6,5, Guerini (cap.) 6,5 (41′ st Obric sv), Tornaghi 7; Ghezzi 6,5, Colombo 6,5, Riccio 7 (29′ st Bonanomi 6), Armstrong 6; Manzoni 7, Vavassori 7 (41′ st Cassa sv); Castiello 6 (14′ st Fiogbe 6). A disp.: Sala, Torriani; Mensah, Camara, Jonsson, Martinelli, Capac. All.: Giovanni Bosi 6,5.
GENOA (3-5-2): Calvani 6,5; Ferroni 5,5 (1′ st Scaravilli 6,5), Barbini 6, Abdellaoui 6,5; Bosia 5,5 (1′ st Venturino 6,5), Parravicini 6 (25′ st Omar 6), Arboscello 5,5, Romano 6,5, Sarpa 6; Bornosuzov 5,5 (25′ st Thorsteinsson 6), Ekhator 5,5 (25′ st Papastylianou 6). A disp.: M. Bertini, Consiglio; Tosi, Arata, Ghirardello. All.: Alessandro Agostini 6.
Arbitro: Gavini di Aprilia 6 (Boggiani di Monza, Montanelli di Lecco).
RETE: 6′ pt Tornaghi (A).
Note: primo pomeriggio soleggiato, spettatori 150. Ammoniti Guerini, Colombo, Bornosuzov e Arboscello per gioco scorretto, Pardel per comportamento non regolamentare. Occasioni da gol 8-7, tiri totali 10-9, parati 2-4, respinti/deviati 3-1. Corner 5-2, recupero 0′ e 5′.

Alzano Lombardo – Che brivido, per quella combinazione laterale-braccetto sinistro-seconda punta con sponda e spaccata alta d’esterno di Thorsteinsson per la respinta di Pardel. Ma la Primavera dell’Atalanta vola lo stesso, anzi prosegue il volo laddove non osano le aquile, sempre terza a 52 dopo 28 giornate ma a un’incollatura da Inter (54) e Roma (53). Per vincere, anche se si sarebbe dovuto e potuto chiudere anzitempo, basta la volée perentoria di Tornaghi da azione d’angolo che piega i guantoni al colpo di reni altrui. Quarto successo di fila in coda a quelli con Sassuolo, Frosinone e Fiorentina; ora, due sabati contro il Cagliari ad Assemini (ore 11) e ancora al “Carillo Pesenti Pigna” contro la Juventus (13).
30 secondi ed Ekhator, imbeccato lungo dal filtrante basso di Romano, allunga la zampa trovando Pardel alla fine della strada: solo angolo. Il vantaggio nerazzurro, però, è letteralmente dietro l’angolo, quello di Manzoni, servitore non ricambiato in corsa e in ripartenza del controllo & tiro di Vavassori prima della lunetta. A lato alla destra del portiere avversario questa stoccata al 18′, larga dall’altra parte l’incrociata mancina in area in asse con Riccio un poker di lancetta più tardi. Altro giro, quarta chance scollinata metà frazione, quando il mattatore di casa scarica per la partita di dribbling manzoniani disturbata da Abdellaoui e bloccata a terra da Calvani.
Va anche detto che Barbini sbaglia la misura del saltone al 27′, accompagnato nello stacco dal suo regista offensivo dalla bandierina destra. Il bomber atalantino ci riprova in prima persona a 9′ abbondanti dall’intervallo convergendo per la sparata alle stelle. Al 43′ sull’inserimento di Riccio rimedia in scivolata Sarpa, che aveva avviato il contropiede di Ghezzi, rifinito poi dall’ala sinistra e da un Castiello murato dal terzo genoano di sinistra, perdendo l’attrezzo. Il raddoppio rimane in canna anche alla sterzata di Vavassori in scia al compagno di trequarti e a Colombo, sbucato sulla pallonessa successiva per una deviazione fiacca.
Lo stesso interno apre idealmente le danze nella ripresa senza chiudere il sinistro al culmine della corsetta in navata, mentre Romano apre e alza fin troppo il calcio piazzato al 17′. Occhio alle alzate di capo palla al piede, vedi Scaravilli che entro due minuti s’infila, frustrato dal muro con deviazione sotto le gambe del battistrada del punteggio. Ma è sempre la Baby Dea ad andarci più vicino, quando Manzoni, largo sul secondo palo, al 21′ prova l’appoggio di testa sul traversone mancino di Riccio e il ragazzo in porta gliela para tipo Carnesecchi a Firenze in Coppa Italia su Gonzalez, ma a sfera ben più bassa.
I Grifoncini intendono vendere cara la pelle, ma non sembrano averne quasi più. L’ex di turno Shakur Omar non l’alza di tanto da fuori sul tocco di Arboscello (29′), Romano svetta a palombella senza problemi per il polacco tra i legni sul cross a rientrare di Venturino a una corsetta dall’ottantacinquesimo. Quasi, si diceva, perché allo scadere a momenti non pioveva la beffa come la grandine sotto il sole alzanese.