Frosinone – Atalanta 1-3 (1-0)
FROSINONE (3-4-1-2): Avella 6; Severino 5,5, Giunashvili 5,5, Paura 6; Amerighi 6 (31′ st Shkambaj sv), Ferizaj 6,5, R. Romano 6,5 (37′ st Molignano sv), Stefanelli 7; Boccia (cap.) 7; Mezargs 5,5 (15′ st Cichero 5,5), Dixon 6. A disp.: T. Romano, Lagonigro; Voncina, Rocci, Aromatico, Fiorito, Rizzo. All.: Angelo Gregucci 6.
ATALANTA (3-4-1-2): Pardel 7; Guerini (cap.) 6, Comi 6, Obric 5 (1′ st Tornaghi 6,5); Martinelli 5,5 (1′ st Castiello 6,5), Colombo 6, Manzoni 6,5, Ghezzi 6 (29′ st Capac 7); Bonanomi 6 (1′ st Armstrong 7); Vlahovic 6 (39′ st Tavanti sv), Vavassori 8. A disp.: Sala, Torriani; Bordiga, Fiogbe, Parilla, Jonsson. All.: Giovanni Bosi 7.
Arbitro: Marotta di Sapri 6 (Cerilli di Latina, Minafra di Roma 2).
RETI: 21′ pt Boccia (F), 17′ e 36′ st Vavassori (A), 49′ st Capac (A).
Note: primo pomeriggio soleggiato e ventoso, spettatori 100. Ammoniti Obric, Stefanelli, Castiello e Comi per gioco scorretto. Occasioni da gol 10-13, tiri totali 14-14, parati 4-5, respinti/deviati 3-4. Corner 7-5, recupero 1′ e 5′.

Ferentino (Frosinone)Boccia punisce l’errore in uscita di Obric e sembrava calato il buio. Ma se si ridesta Dominic Vavassori, cinque perle con oggi di cui tre in campionato e tris di smazzate, sono dolori per tutti. Fine del digiuno di vittorie (4 turni, 4-1 in casa della Juve a novembre) e 2023 chiuso a quota 23 punti per la Primavera dell’Atalanta, aggrappata alle prodezze sprint della sua punta tutta fantasia e controllo dell’attrezzo incollato alla scarpa. Che dire, di uno che se la sposta per angolare meglio lo spiazzante eludendo qualunque recupero in punta di suggerimento di Manzoni, imbraccia la doppietta approfittando della protezione della palla di Vlahovic sull’apertura da sinistra di Armstrong e infine agevola il battesimo del fuoco in zona gol di Capac?
Reduce da 3 soli punti nelle ultime 4 partite, la squadra di Bosi non ha al contrario ricavato granché da zio Vanja, 9 gol nelle precedenti 6 uscite e ora in perfetta media con 14 in altrettante giornate. Per chiudere il girone d’andata, rimangono il Genoa fuori casa l’8 gennaio (14) e la Fiorentina ad Alzano.
I nerazzurri hanno dovuto dribblare a fatica lo scoglio di una brutta partenza, di fronte al fanalino di coda sparato dall’ex Gregucci, 5 partite in sella alla prima squadra nell’annata dell’ultima retrocessione. Al 2′ solo il piedone di Pardel può evitare il vantaggio di casa di Mezargs in asse con la palla rimessa dentro una seconda volta da Boccia, al di qua del vertice destro, sugli sviluppi del corner d’apertura. Un’occasionissima in area piccola cui fa seguito, a cronometro raddoppiato, quella lisciata dallo stesso sull’onda lunga della ripartenza Boccia-Stefanelli con Romano ad alzare il sinistro di seconda dal limite. Al 9′, stesso copione ma più centrale, su ripartenza a due tra Ferizaj e il suo capitano per la pivottata alta di Dixon defilato a mancina. Boccia di ritenta in proprio alla doppia cifra di lancette e anche in quel caso la porta è decisamente più in basso.
Scollinato il quarto d’ora, ecco l’ascensore chiamato a Stefanelli da Ferizaj, trovatosi a sinistra per raccogliere il ping pong dal terzo corner di casa. Quindi il patatrac e la reazione tardiva, verso la mezzora, quando Bonanomi viene murato dalla difesa quanto Vavassori, da lui lanciato poco prima, anche dall’ultimo baluardo che non trattiene la sfera. Il trequartista tuttosinistro, a una decina dall’intervallo, riprende la ribattuta locale sulla punizione di Manzoni, ma dai venti metri la mira del dritto per dritto non può essere precisissima.
Se alle soglie del 45′ è la scivolata in recupero di Romano a impedire a Martinelli il rigore in movimento servitogli dall’accelerata di Vavassori e dal velo di Vlahovic, al gong del recupero la Baby dea di salva dalla svettata di Dixon solo perché male indirizzata e molliccia sull’ennesimo spiovente da sinistra.
Al rientro dal tunnel, al 3′, Manzoni viene murato su appoggio di Castiello, una delle tre new entry che si gira dal fondo per ricevere dalla rimessa di Guerini. Al 6′, invece, l’ostacolo invalicabile per il sinistro da appena dentro l’area di Colombo è l’apripista dello score, dopo il quarto angolo a favore nerazzurro, ma è Vavassori a mangiarsi il pari scaricando sui guantoni di Avella senza sfruttare l’accelerata con assist dell’attaccante subentrato. Siamo a un tiretto del quarto d’ora e non manca tantissimo al pari in combutta tra l’interno sinistro e la seconda punta virata ad ala effettiva, ma neppure alla controreplica frusinate con il primo marcatore a pranzo a rimanere a stecchetto in gioco aereo. A metà frazione, la chance delle chances è del serbo, involatesi in solitario fino a essere però ipnotizzato dall’estremo difensore ciociaro. A 11′ da 90′ è Cichero a ciccare il nuovo sorpasso, sbattendo addosso a Pardel in uscita, sul fendente lungo di Boccia spostato dal vento. L’italobrasiliano la piazza davanti al secondo palo di giustezza e tocca al portiere polacco levare la ragnatela sulla punizione del leader locale all’ottantacinquesimo. Quella di Capac al 2′ di extra time su imbeccata del protagonista di giornata è una loffietta, non invece l’estirada su servizio dal fondo del doppiettista che s’era appena vista negare la tripletta da Avella.