Come fare, senza un massaggiatore, senza un preparatore dei portieri, senza regole certe sul come ripartire e sul come andrà a finire, facendo leva, oltre che sull’umiltà, sulla sola caparbia volontà di esserci, ed esserci ancora, rappresentando una volta di più quella splendida isola felice del nostro calcio? Nessun dramma: alla Roncola di Treviolo balla solo una questione di rispetto, per quanto di brutto è accaduto, e verosimilmente accadrà, con un Covid-19 di mezzo. Una volta lasciata alle spalle la pandemia, le migliaia di morti a Bergamo e in Italia, si potrà davvero tornare a parlare di calcio giocato, con i suoi eccessi e le sue emozioni. Ma prima, senza garanzie e senza una più ampia riflessione, diventa difficile, per non dire improponibile, discuterne. Ben venga allora la rigorosa analisi del momento compiuta in casa U.S. Roncola: una sorta di manifesto che mette, prima di tutto, nel mirino quel bieco bipolarismo, specchio così fedele della famigerata forbice tra Paesi poveri e Paesi ricchi ed egoisti, che oggi, in tempo di calciomercato, presenta un conto, in termini etici, salatissimo. Chi può va avanti, annunciando e ufficializzando; chi non può ricorre ad armi più austere, ma anche più plausibili. Ma il supposto manifesto non è soltanto un atto di accusa, trovando un grimaldello di valore, utile a sbrigare la magra attualità, nel segnale che la società di via Bainsizza rivolge a tutto il mondo dilettantistico. Alla Roncola si va avanti, ma perché questo sia possibile tutte le componenti rinunceranno a ogni tipo di rimborso. E’ dunque un messaggio maledettamente forte e chiaro; eppure risalta allo stesso tempo la fiera condivisione di una proposta che, per quanto mortificante, porta in risalto tutto l’attaccamento di giocatori, allenatori, dirigenti e collaboratori. Si va avanti, uniti e compatti, perché solo compattando l’ambiente si può tirare un calcio alle avversità, rilanciando un progetto che storicamente, in riva al Brembo, fa della più pura passione sportiva e della genuinità i migliori cavalli di battaglia.
Novità, paure, le più variegate riflessioni e i più contrastanti stati d’animo  passano allora per la bocca di Walter Monzani, vicepresidente dell’U.S. Roncola: “L’impegno resta, non è in discussione, anche se deve essere ben chiaro a tutti, a partire dalle istituzioni del calcio, l’aspetto della salute pubblica. Non può essere tralasciato ora, fintanto che non è chiaro come andrà a finire con la pandemia, e non potrà essere tralasciato quando si getteranno delle basi credibili verso la nuova stagione. Ci siamo incontrati e ci siamo posti tutte le domande del caso sul da farsi. La volontà mia, del Presidente Aldo Previtali, di tutta la società è di esserci ancora ma, per andare avanti, è necessario che vengano rivisti i protocolli ed è necessario che le varie istituzioni preposte vadano incontro alle società sportive. Il nostro progetto è sempre lo stesso, ma prima dobbiamo capire le regole del gioco. Dobbiamo avere la certezza di stare tutti bene e, tra le altre cose, c’è un aspetto mentale, psicologico, legato alla percezione di questa pandemia, che non può e non deve essere trascurato. La responsabilità penale, la presenza o meno di un medico sociale, l’individuazione di una figura dedicata dalle società appositamente al Covid-19, e ai sintomi a esso correlabili: sono tutti aspetti che dobbiamo prendere in considerazione e che meritano la più opportuna chiarezza, da parte dei piani alti. La voglia di ripartire non si discute. Ma poi sapremo gestire le persone e le loro paure? Devono allentare la responsabilità. E, laddove ci alleggeriscano di questo fardello non da poco, dobbiamo conoscere esattamente tempistiche e modalità, verso la stagione che verrà. L’informativa appena pubblicata fa riferimento a una finestra di mercato che perdurerà dall’1 luglio al 30 ottobre. Dobbiamo allora pensare che il campionato inizierà l’1 novembre? Se così fosse, cosa aspettano a dircelo? I supposti sconti, i famosi passi incontro li dobbiamo sapere. A noi nessuno ha detto niente e noi abbiamo bisogno di chiarezza!”.
L’analisi particolareggiata spetta all’ormai braccio fidato, un Roberto Preda, insignito dei gradi di direttore generale tuttofare, intento a districarsi tra le novità e gli imprevisti: “Quando ho sentito parlare di allenamenti senza contatto, di sanificazione dei palloni al termine di ogni esercizio, di sostituzione delle manopole dei rubinetti in favore delle pedaliere, ho visto il mondo cadermi addosso. Abbiamo preso coscienza dei nostri limiti e dico, proprio perché siamo una società seria, che abbiamo dei limiti. Una società seria mantiene i piedi per terra e, soprattutto, affronta la realtà per quella che è. Quindi, il rispetto, prima di tutto, per quanto di tragico è successo. Veniamo da un anno difficile ed è per questo che abbiamo già promosso le prime scelte in ottica futura. Oltre ai giocatori, non posso dimenticare la disponibilità offerta da mister Rossetti, cui abbiamo dedicato la prima di queste riunioni. Aveva già fatto qualcosa di incredibile prendendo in mano una squadra allo sbando e riportandola in quota di galleggiamento, ma qualcosa di ancor più straordinario lo ha appena fatto decidendo di proseguire con noi. Inoltre, abbiamo nominato un nuovo responsabile del settore giovanile, Emanuele Bono, un amico di vecchia data oltre che un supporto pratico per tutte le famiglie. Credo che meglio di chiunque altro rappresenti l’emblema: l’emblema di chi ha trovato nella Roncola una famiglia. Per la Juniores, abbiamo varato la promozione, dai 2009, di mister Omar Plati, mentre per quanto riguarda gli Esordienti 2008-’09 abbiamo il gradito ritorno di mister Giuseppe Erba. Quanto al femminile e ai Dilettanti CSI, si pagheranno tutto di tasca loro, dall’iscrizione alla visita medica, e anche qui abbiamo registrato con enorme soddisfazione un’adesione in blocco. Ora è tempo delle risposte. Chi c’era già e ha pagato per una stagione vissuta solo a metà va tenuto in considerazione. Pertanto le istituzioni devono farci sapere come vorranno venirci incontro”. 
Se è vero che, molto spesso, il miglior acquisto coincide con una riconferma, la prosecuzione del rapporto con mister Cesare Rossetti suona da autentico toccasana per l’intero ambiente. “La situazione è anomala – confida il tecnico, subentrato in corso d’opera la scorsa stagione – perché mancano un massaggiatore e un preparatore dei portieri, ma ho accettato senza titubanze di rimanere, perché alla Roncola ho trovato i risultati e ho trovato un gruppo vero. Vivo il mondo del calcio da un po’ di anni, ma mai come alla Roncola ho trovato un gruppo così coeso e disponibile, da poter essere equiparato alla famiglia. Li avevo presi in mano il novembre scorso, con la Roncola sul fondo della classifica a 1 punto, e abbiamo ripreso in mano le nostre sorti, portandoci a quota 16, con 12 punti totalizzati nelle ultime 7 gare del campionato. All’inizio era un gruppo sfilacciato, eppure ci ho creduto più che mai, perché ho capito che la società mi avrebbe aiutato. Ed ecco allora questo fantastico gruppo, che va avanti, anche oggi, in perfetta sintonia con l’ambiente: prima dell’aspetto economico, viene l’aspetto umano. Così si spiega il rifiuto che ho opposto dinanzi alla proposta formulata da determinate società, anche blasonate. In quindici anni di carriera da allenatore, mai mi era capitato di trovare una società e un ambiente di questo tipo e, pertanto, sono solo che riconoscente per la stima e la fiducia riposte nei miei confronti. Mancano all’appello 4-5 giocatori per il completamento della rosa, chiunque sia in sintonia con questo progetto e con questo modo di fare calcio è il benvenuto”.
Conclude Preda: “Qui alla Roncola ci sono 40-50 persone che ci credono per davvero, al di là della disciplina e al di là della fascia d’età. Sono persone cui non frega niente dei soldi, interessano solo la salute e il bene dell’U.S. Roncola. Qui balla, prima di tutto, un contributo umano. Non possiamo far finta di andare avanti, con il calciomercato di sempre, con le logiche di sempre, come se nulla fosse accaduto. Il contributo che cerchiamo lo abbiamo trovato, attraverso gli occhi e le parole, nella disponibilità concessa dai giocatori e dai collaboratori, a cui va la nostra completa gratitudine. Li abbiamo sentiti, li abbiamo portati e riportati al campo, al dunque hanno dato prova di essere veri uomini, prima che calciatori”.

Nikolas Semperboni

In foto, Walter Monzani con il confermato tecnico, Cesare Rossetti