Atalanta in caduta libera. Sconfitta da un bel Verona, colleziona la sesta sconfitta tra le mura amiche e compromette, forse in modo definitivo, le residue aspirazioni di agguantare un posto in Europa. Un’Atalanta che sembrava rinata ma l’illusione è durata forse venti minuti di gioco, il tempo occorso ai gialloblu di prendere le misure, di praticare il loro gioco veloce e agile e di cominciare a mettere paura dalle parti di Musso. Insomma sei minuti di gioco col tiro di Malinovskyi che ha costretto Montipò ad esaltarsi con una bella parata, poi l’Atalanta si è ingrigita mentre il Verona ha cominciato a rendersi pericoloso con i movimenti, gli inserimenti e le conclusioni di Caprari, di Simeone e di Barak. I nerazzurri e i gialloblu giocavano, più o meno, allo stesso modo, un 3-4-3 duttile che però premiava maggiormente i ragazzi di Tudor anche se i duelli erano certificati: in mezzo Koopmeiners su Tameze e magari su Barak quando l’olandese arretrava, De Roon su Ilic e poi gli esterni Hateboer-Lazovic da una parte e Zappacosta-Faraoni dall’altra. In difesa Scalvini, autore del gol nerazzurro, prendeva Caprari, Palomino su Barak, e Demiral faticava con Simeone. In attacco l’Atalanta proponeva Boga, che veniva controllato da Ceccherini, Malinovskyi, poi sostituito per infortunio dal timidissimo Miranchuk, da Casale e Zapata da Gunter. E qui bisogna aprire una parentesi: il duello tra il difensore tedesco e il nostro centravanti era al calor bianco tant’è vero che Gunter veniva subito sanzionato con un giallo, poco dopo un altro fallo e l’arbitro Piccinini lasciava correre, non così qualche minuto dopo verso Malinovskyi scatenando un putiferio, Tudor non ci pensava due volte e sostituiva il suo difensore con l’ex Sutalo. Sulla difesa nerazzurra si scatenava la tempesta: palo di Faraoni, gran tiro di Tameze, punizione di Caprari che sbatte sull’incrocio e una paratona di Musso su Simeone. Certo, l’Atalanta rispondeva con un Boga veloce e svelto nel saltare l’avversario ma mancava la conclusione, Hateboer pasticciava a più non posso, Zappacosta telefonava a Montipò. Poi allo scadere arrivava il gol del Verona: Demiral, tra i peggiori, sbagliava un rinvio che nemmeno alla scuola calcio, Caprari apriva a Simeone, pronto cross e gol del difensore Ceccherini. Guarda un po’ sembrava uno schema dell’Atalanta dei tempi migliori. Nel secondo tempo subito un’incursione pericolosa di Boga, era solo un’illusione. Il Verona collezionava il raddoppio col contropiede di Barak, l’incursione di Ilic che costringeva Musso a respingere addosso a Koopmeiners che provocava, involontariamente, l’autorete. Il due a zero era sanzionava il definitivo kappao dei nerazzurri che hanno rischiato il 3-0 prima con Lazovic e poi col palo di Lasagna. Amara consolazione per i nerazzurri il gol di Scalvini, il migliore atalantino, che riapriva la partita. Era una delle tante illusioni della serata.
Giacomo Mayer