Questa è una delle tre storie di calcio sentimentale incontrate da chi scrive in altrettante sere passate a ridere e a scherzare ai bordi di quel posto magico che è il vialetto che va dal campo agli spogliatoi. E’ venerdì sera, siamo al centro sportivo della Nova Montello, club appena sceso dalla Seconda alla Terza, l’ultima serie in Italia, quella dove almeno la metà dei calciatori fa una fatica boia a rispettare le direttive tecnico-tattiche di chi sta in panchina. Così, vedere lì Giulio Fogaroli, uno dei dieci centrocampisti più forti del nostro pallone, in posa con i dirigenti gialloneri per le foto di rito, ci lascia a bocca aperta. La scelta di Giulio non è qualcosa di razionale, e allora per spiegarla ai nostri lettori bisogna mettere tra le parole anche un pizzico di cuore, come spesso accade quando c’è di mezzo l’ex capitano del Brusa dei sogni, un ragazzo straordinario, umile e allegro, un campione a detta di chiunque abbia visto anche solo uno spezzone di una sua partita. C’è che Fogaroli, nato il 6 settembre del 1986, esordio tra i professionisti con la maglia dell’AlbinoLeffe, ultima stagione a fare la differenza a Casazza, in Promozione, ha visto la prima squadra del suo paese scendere via via negli inferi del fubal. E in questi mesi ci ha pensato sopra parecchio e si è detto che doveva far qualcosa per far invertire completamente la rotta giallonera. Complice il figlio, dieci anni, la casacchina della Nova sempre addosso e lo stesso talento del padre, Giulio ha iniziato in questi mesi a frequentare il campo di via Ariosto, rimanendo felicemente impressionato dalle bellissime anime della società di Montello, donne e uomini che vivono il calcio con passione, ma senza esasperazioni, ogni volta nell’allegria, proprio come l’ex atalantino Stefano Lorenzi o come Marco Perletti o come Mauro Chiesa o, ancora, come Luca Battistini o come Cecilia Persiani. Quindi l’idea, mettersi al centro di un progetto vincente, portando a Montello due cose, l’immensa classe e quel sorriso tranquillo e rilassato, che rende qualsiasi cosa calcisticamente possibile.
Giulio non ci dirà mai i suoi pensieri perché non è uno che ama fare proclami, da sempre tiene infatti un profilo bassissimo nelle dichiarazioni, quasi intimidito dalle domande di noi giornalisti. In campo è invece l’opposto, determinazione da vendere, fascia di capitano al braccio, gol, tantissimi, e ogni domenica novanta minuti di giocate eleganti e deliziose tra la mediana e l’attacco. Resta che Fogaroli alla Nova è un’altra bellissima storia di un uomo che ama stupirci perché in ogni decisione mette prima di tutto il suo cuore. Così ora, così una decina d’anni fa: addio al Prato, di cui era il leader, e addio ai professionisti, per tornare nella Bergamasca accanto ai suoi famigliari. Da lì la cavalcata col Brusaporto, dalla Promozione fino alla Serie D, nella squadra più bella mai vista da chi scrive, con il compianto Dico in panchina e una serie di fuoriclasse a far magie sul terreno di gioco.
Intanto l’effetto Fogaroli al Centro Sportivo Comunale Stefano Colleoni si sente già tutto. C’è l’entusiasmo dei tempi d’oro, con i giocatori della prima squadra che adesso sono tutti disposti a ripartire dalla Terza pur di farsi tre o quattro stagioni a imparare calcio da Giulio. Del colpo più incredibile dell’estate del pallone orobico, Luca Battistini, il ds giallonero, ci svela un piccolo retroscena: “A darci una mano a convincere Giulio è stato anche Roberto Sancinelli, nostro sponsor e titolare della Montello Spa, l’azienda proprio dove lavora il Foga, dirigente che desidero ringraziare pubblicamente per l’aiuto. Siamo contenti, alla Nova arriva un grande giocatore, ma soprattutto una persona preziosa per intelligenza, sensibilità e capacità di fare gruppo”.
Che al campo giallonero stia accadendo qualcosa di bello è testimoniato anche dalla scelta dell’allenatore, Livio Soggetti, esperto in promozioni, reduce dal cammino trionfale sulla panchina del Carobbio 2020, portato in Seconda al primo colpo, dopo i fantastici anni vissuti a Chiuduno. “Inutile dire che l’idea di allenare Giulio mi rende entusiasta – spiega il tecnico -. La stessa cosa mi era capitata qualche stagione fa con Michele Arrigoni, anche lui un ex professionista, che, dopo un momento di ambientamento iniziale, nel mio Atletico faceva la differenza trascinando l’intero gruppo sia in partita che durante gli allenamenti. Il progetto dei dirigenti è molto convincente, portare la prima squadra della Nova al livello eccellente del suo vivaio. Vincere è sempre difficile, ma se il buon giorno si vede dal mattino, io qui mi sento molto fiducioso…”.
E come lui lo è Giulio, con cui ci perdiamo a chiacchierare di quella mitica fuoriserie che era il suo Brusa e ridiamo anche un po’ del calciomercato in corso, chiedendoci entrambi dove andrà a giocare quest’anno un nostro amico in comune, Mattia Vigani, professione centravanti, altro ragazzo come il Foga, di quelli un sacco piacevoli, con cui è bellissimo trovarsi una sera a parlare, insomma della nostra stessa squadra.
Matteo Bonfanti