Cgil Bergamo fa luce sui dati dei decessi nelle case di riposo bergamasche: “Mentre giunge, attesa (e tardiva), la notizia della nomina da parte della Regione di una commissione che valuterà quanto sia davvero accaduto nelle RSA della Lombardia, i sindacati dei pensionati della provincia di Bergamo, SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL diffondono oggi i dati, pur parziali, dei decessi nelle case di riposo nel mese di marzo. Da settimane li richiedevano a Prefettura e ATS, in particolare con due lettere, una del 26 marzo e l’altra dell’8 aprile. Ora, a fornire queste cifre sono le associazioni che raggruppano le case di riposo del territorio, non l’ATS.
I dati, come purtroppo ci si aspettava, sono drammatici, con punte che lasciano senza parole, come nel caso della Fondazione RSA casa di riposo Nembro onlus, dove a marzo è deceduto il 36,8% degli ospiti (32 persone; nel marzo del 2019 erano morti in 3). Il 33,3% del totale è mancato all’Opera Pia Olmo di Osio Sotto (20 i morti), il 31,58% alla Casa di Riposo di Spirano (12 morti), il 30,8% alla Fondazione sant’Andrea onlus di Clusone (37 morti a marzo 2020, lo scorso anno nello stesso mese erano stati 5). E, ancora, è deceduto il 29,55% degli ospiti all’Oasi di San Pellegrino Terme (13 morti, lo scorso anno a marzo non c’era stato alcun decesso). Al Pensionato Contessi Sangalli Fondazione onlus di Costa Volpino è deceduto il 27,5% degli ospiti (22 persone), il 27,45% anche Fondazione Casa Serena di Leffe (28 decessi) e alla RSA comunale Casa della Serenità di Cene (14 decessi)”.
“Limitandoci al solo mese di marzo e ai dati che ci sono stati forniti (circa la metà delle RSA), i decessi nelle case di riposo della provincia sono stati pari a circa il 21% del totale degli ospiti. Questa percentuale porta a una stima di almeno 1.100 decessi in totale. Oggi, 10 di aprile, ci avviamo al 25%” hanno dichiarato poco fa Augusta Passera dello SPI-CGIL, Caterina Delasa di FNP-CISL, e Emanuele Dalfino di UILP-UIL di Bergamo. “Purtroppo anche in questi giorni assistiamo ad un macabro ballo sull’esatta dimensione del fenomeno nelle RSA della provincia di Bergamo. Purtroppo la cifra circolata dei 600 decessi rappresenta forse metà dei decessi reali”.
“I numeri di cui diamo conto oggi, anche se ancora non completi, ci sono stati comunicati dalle organizzazioni di rappresentanza delle stesse RSA che hanno immediatamente risposto alla nostra richiesta di trasparenza e che sono in prima linea per fronteggiare l’emergenza, spesso lasciate sole e senza strumenti” proseguono i tre sindacalisti che, ancora una volta, invitano “l’ATS di Bergamo a pubblicare i dati: è infatti l’ente preposto a cui abbiamo già rivolto diverse richieste e che ogni giorno – ne abbiamo la certezza – riceve informazioni precise sul numero dei decessi, delle persone sottoposte a tampone, di quelle sintomatiche ma non sottoposte a tampone e del personale che risulta assente. È il solo modo per mettere da parte un doloroso balletto di cifre e per ridare dignità a coloro che hanno perso la vita e alle loro famiglie”.