LISBONA – Due colpi proibiti e improvvisi al corpo del puglie stanco che finiscono un match di convincente resistenza. Dopo la sbornia di una notte trascorsa a pensare l’imponderabilità del gioco del calcio ecco la soluzione a tutte le domande: Kylian Mbappè, Neymar Junior. L’ingresso in campo del campione francese ha squarciato una partita che stava diventando una sofferenza infinita per i parigini mentre il brasiliano da giocoliere fine a se stesso è diventato un vero giocatore, ispirando i due gol. E così sono riusciti a scalfire la difesa nerazzurra. Del resto in ogni tipo di attività sportiva e agonistica i fuoriclasse sono quegli atleti che cambiano, a loro piacimento e secondo il proprio estro, l’andamento di una gara. Forse per bloccare gli strappi del campione francese e del fuoriclasse brasiliano i difensori nerazzurri avrebbero dovuto usufruire di un monopattino elettrico. Che non è ancora consentito nel gioco del calcio. E non è un caso che tutta la difesa nerazzurra, e non solo, sia stata ammonita sia con i cartellini gialli che verbalmente dall’arbitro Taylor per avere usato modi non consentiti dal regolamento per fermare i due fenomeni del Paris S. Germain. Tanto per dire dell’imprevedibilità di un giocatore che a 22 anni, già campione del mondo, e dell’altro compare supermilionario che stanno prendendo il posto degli ultratrentenni Messi e Ronaldo. Non è il caso di versare lacrime amare, è il destino. L’Atalanta non solo è uscita dalla Champions a testa alta ma con la consapevolezza che la prossima partecipazione non sarà un’avventura dai confini sconosciuti. Perdere fa sempre male, soprattutto nei minuti finali di una partita giocata con la massima attenzione ma quando è un campione che ti fa perdere è uno stato d’animo da accettare. Non è un caso che Record, il più importante quotidiano sportivo portoghese, abbia titolato con un gioco di parole che il tesoro dei ricchi è stato tolto dalla banca (panchina). Per vincere. E l’Equipe ha titolato: “Dèment”, ossia “Folle”. Non servono particolari disquisizioni tattiche o tecniche perché l’Atalanta ha fatto tutto quello che poteva: ha segnato subito con Pasalic ed ha tenuto la barra dritta fino a che ha retto, poi si è scatenata la tempesta perfetta senza dimenticare l’infortunio di Freuler a tre minuti dalla fine. Vale a dire nel momento cruciale. Ha ragione Gasperini: “Noi impariamo anche se pareggiamo o non vinciamo”. Come dire che dopo le batoste di Zagabria e di Manchester la squadra è cresciuta acquisendo conoscenze profonde fino alla non vittoria col Paris S. Germain che saranno utilissime per la prossima stagione europea. In campionato non c’è un bisogno particolare, è già tra le grandi. Resta nella memoria il fascino di una prestazione gloriosa. Non è il caso di scomodare Omero o i cantori di epiche gesta. Non il prepotente Achille, non il generoso Ettore e nemmeno il giramondo Ulisse, personaggi poetici e di miti perenni. Ecco, la Dea è il nostro mito, l’orgoglio di un popolo.
Giacomo Mayer