Qualcuno di loro non c’è più. Ma, si sa, gli eroi non ci lasciano davvero, si dissolvono soltanto, come i soldati delle cause giuste. E vivono nella memoria storica degli appassionati del fùbal. C’è Bepi Casari, “Porta Bronzea”, più semplicemente per i bergamaschi il “Meeeaaa” con cui chiamava palla nelle uscite a valanga. Glenn Stromberg, il Capitano per antonomasia. Josip Ilicic, il fantasista che gioca guardando le stelle, tanto da richiedere la penna immaginifica di Stefano Serpellini. E ol Gàt de Marmo, alias Franco Nodari da Vertova, il nostro Facchetti e il nostro Cabrini anche se non segnava, raccontato da Pier Carlo Capozzi, testimone oculare d’eccezione come molti co-autori di un’Atalanta di bergamaschi, di artigiani dei sogni, capace di mettere in bacheca l’unico trofeo che ci sia a oggi, la Coppa Italia del 1963 con Papa Giovanni XXIII morente e l’altro eroe biografato Angelo Domenghini.

Una top 11, anzi 12, comprensiva del mister più amato anche se non the best in termini di vette tecniche e risultati, con un budget comunque infinitamente inferiore a quello a disposizione di Gian Piero Gasperini, raccontata da una scrittrice-uno scrittore per ciascuna biografia. Giornalisti bergamaschi – la bomba di Marino Magrin è toccata ad Alberto Porfidia, il regista offensivo del giornalismo BG – in vario e fantasioso assortimento per raccontare “Una Dea senza tempo”, edito da Bolis Edizioni, casa editrice anch’essa con le stimmate e il Dna della nostra gente. Un libro che racchiude epoche e Atalante diversissime tra loro, ma cucite dal filo conduttore della genuinità, della passione e dell’attaccamento alla maglia. Per addetti ai lavori e appassionati, appuntamento alle ore 18 di martedì 7 giugno alla trattoria Da Giuliana in via Broseta. Una madrina d’eccezione per un volume il cui ricavato delle vendite verrà devoluto in parte al Patronato San Vincenzo di Bergamo.