12a serie C girone A – Zanica, AlbinoLeffe Stadium – lunedì 3 novembre (ore 20.30)
AlbinoLeffe – Inter Under 23 1-3 (0-1)
ALBINOLEFFE (3-5-2):
Facchetti 5,5; Potop (cap.) sv (17′ pt Garattoni 6), Sottini 6,5 (41′ st Giannini sv), Baroni 7; Gusu 6, Lupinetti 7 (41′ st Astrologo sv), Mandelli 7, Parlati 7, Ambrosini 6,5 (41′ st Duranti sv); Sali 7, De Paoli 7 (37′ st Sarr sv). A disp.: 1 Di Chiara, 12 Baldi; 17 Paganessi, 19 Agostinelli, 45 Borghi, 79 Lekaj. All.: Giovanni Lopez 7.
INTER (3-5-2): Melgrati 6,5; Stante 6, Prestia (cap.) 6, Alexiou 6; Cinquegrano 6,5 (28′ st Berenbruch 6,5), Kamate 6 (42′ st Avitabile sv), Fiordilino 6 (37′ st Topalovic 7,5), Kaczmarski 6, Cocchi 7; La Gumina 6 (37′ st Agbonifo 6,5), Lavelli 5,5 (28′ st Iddrissou 6,5). A disp.: 12 Raimondi, 41 Galliera; 4 Zanchetta, 6 Maye, 7 Spinaccè, 23 Zarate, 25 David, 30 Mosconi. All.: Stefano Vecchi 6,5.
Arbitro: Castellano di Nichelino 6 (Testaì di Catania, Colazzo di Casarano; IV Massari di Torino. FVS: Consonni di Treviglio).
RETI: 20′ pt Cocchi (I), 8′ st rig. De Paoli (A), 39′ e 47′ st Topalovic (I)
Note: serata autunnale e serena, terreno in discrete condizioni. Spettatori 918 di cui 646 paganti (753 emessi, incasso 5.918 euro) e 330 abbonati nominali (rateo 2.758,81 euro). Ammoniti Prestia, De Paoli e Sottini per gioco scorretto. Tiri totali 19-6, nello specchio 6-3, parati 5-0, respinti/deviati 7-2, legni 1-0. FVS: 2 (I, 5′ st, contatto da rigote Kaczmarski-Sali; A, 49′ st, contatto sospetto Prestia-Sarr). Corner 6-3, recupero 1′ e 5′.

Zanica – Dannato Topalovic con l’uno-due nel finale. Per una volta che il Football Video Support era stato amico nonostante Stefano Vecchi da Mapello non fosse d’accordo con tutta la sua Inter Under 23. Sali in mezzo a un mega rimpallo da rimessa laterale da sinistra spostata a destra con Parlati e Lupinetti anticipa Kaczmarski in coda all’ultimo tiro ribattuto di Baroni su cross di Garattoni e il cartellino resta in tasca al tecnico bergamasco consentendo all’AlbinoLeffe l’acciuffo solo temporwneo. Invece il finalino è sulle ginocchia e arriva la quarta sconfitta di fila con una big dopo Lecco, Vicenza e Brescia. La clsssifica, nella parte destra, recita un punto di media a partita.

Una gara dominata a larghi tratti, ma le avvisaglie del patatrac c’erano eccome. Potop si fa male quasi subito, Gusu deve scalare a terzo e dopo mezza decina di chance di casa è Cocchi a trovare lo spiraglio-beffa sotto il primo incrocio. Il primo tempo è un rosario di recriminazioni in filigrana bluceleste. Prima e dopo lo svantaggio, Parlati parla per due come il pareggiatore ancora inconsapevole di esserlo, che invece esaurisce la vena a occhiali ancora inforcati. Due protagonisti ad azioni concatenate. La mezzala sinistra sgancia a lato del secondo palo in lunetta su scarico proprio del centravanti dopo la doppia torre Baroni-Lupinetti da rimessa mancina di Ambrosini (4′), quindi entro il paio di lancette, in scia al contro-rinvio di fronte di Baroni e alla conduzione di Mandelli, scodella al collega dell’altro mezzo corridoio l’aggiustamento di petto per l’alzata dello stesso numero 10. Che al quarto d’ora, a un tris di distanza da una dubbia carica fischiata a Cinquegrano su uno schema d’angolo dalla destra a rientrare del futuro apripista, appoggiato da sali appena da fuori spacca la traversa facendo impennare la palla. Un altro pokerino d’orologio ed è il partner di linea ad attirarsi il contrappasso dello zero a uno non sfruttando il retropassaggio-assist di Prestia, pressatissimo dal compagno dalle tre occasioni in canna: l’uscita di Melgrati è evitata a metà, la sfera sibila a un centimetro dal montante.

Si va sotto nella prima vera azione manovrata interista, da quinto a quinto con retrocarica di La Gumina in gioco aereo su cui Garattoni, il cambio dello sfortunato rumeno di Torino, prova il contrasto lasciando campo libero al tuttosinistro dirimpettaio che entro il vertice contestuale trova il gol del lunedì e di tutte le settimane a venire. La reazione alla malparata si sostanzia in tre ulteriori palle più o meno buone. Verso metà frazione, Stante si immola per chiudere in caduta il destro a Sali in combinazione con De Paoli, alla mezz’ora Mandelli accarezza centralmente dai 25 metri per scongiurare il ritorno di Fiordilino sul tracciante del pendolino riminese dall’out e a una decina dall’intervallo Sali non angola abbastanza a rimorchio dal fondo di Ambrosini.

Le catene funzionicchiano, la tigna anche meglio, come insegna il rimpallonzo d’area della svolta bergamasca a un match che sarebbe stato assurdo perdere. Il balletto dal dischetto del 10 prelude allo spiazzante in lungolinea, l’aggancio falloso di Prestia al corsaiolo Lupinetti la punizione-bomba centrale e respinta che non gli consente di imbracciare la doppietta a due corsette dal ventesimo. Il procuratore del penalty agevola il recupero di Cocchi controllando maluccio lo scavino del mezzodestro, al 27′ il play locale serve all’indietro per corsetta e sinistro dalla lunga di Baroni che vale una telefonata.

Oltre la mezz’ora, le due enormi chances capitano sulla testa di Lupinetti in caduta e Baroni davanti allo stesso palo, nel caso di specie il secondo, direttamente dal corner da sinistra del firmatario del pari e da quello controcrossato da Parlati dalla destra. Melgrati in volo e la mira negano il sorpasso entro il settantasette. I muri orobici a La Gumina su punizione e a Berenbruch fungono da prove generali di bottino pieno ospite, immeritatissimo finché si vuole, ma la catena di destra di Vecchi ha la meglio e il rilancio di Kamate trova pronta la new entry Agbonifo allo scsmbio con Berenbruch per il traversone al millimetro per la svettata fatale davanti al secondo palo. E il tris non tarda ad arrivare nel recupero con l’altro cambio recentissimo Iddrissou a rimorchiare il doppiettista da sinistra per il destro secco dal limite un metro sotto il sette alla destra di Facchetti. Tempo solo per FVS-bis per il presunto spintone di Prestia a Sarr sull’ammollo di Giannini. Niente da fare: domenica prossima si va dalla Giana (17.30), quella dopo in casa (14.30) arriva la Virtus Verona. La vittoria in entrambi i casi, se non è obbligata, poco ci manca.
Simone Fornoni
Foto Tommaso Berardi – U.C. AlbinoLeffe