Juventus Next Gen – AlbinoLeffe 2-1 (0-0)
JUVENTUS NEXT GEN (3-4-2-1): Raina 6; Riccio 5,5, Poli (cap.) 6, Huijsen 6; Mulazzi 6,5 (24′ st Compagnon 7), Sersanti 6,5, Palumbo sv (13′ pt Bonetti 6,5), Iling-Junior 6 (35′ st Turicchia sv); Soulé 6,5, Sekulov 6,5 (1′ st Besaggio 6); Pecorino 5,5 (1′ st Cerri 6). A disp.: Vinarcik, Fuscaldo (p), Savona, Stramaccioni, Nzouango, Da Graca, Cudrig, Cotter, Lipari. All.: Massimo Brambilla 6.
ALBINOLEFFE (4-4-2): Offredi 5,5; Gusu 5,5, Borghini (cap.) 6, J. Gelli 7, Saltarelli 5,5 (35′ st Rosso sv); Doumbia 5,5 (35′ st Petrungaro sv), Brentan 6, Piccoli 5,5 (15′ st Genevier 6), Zoma 5,5; Giorgione 5,5, Cocco 6,5 (45′ st Muzio sv). A disp.: Pratelli, Pagno (p), Mihai, Ntube, Concas, De Felice, Freri, Toma. All.: Claudio Foscarini 5.
Arbitro: Canci di Carrara 7 (Caputo di Benevento, Chillemi di Barcellona Pozzo di Gotto; IV Mazzer di Conegliano).
RETI: 26′ st Sersanti (J), 48′ st Cerri (J), 50′ st Borghini (A).
Note: ammoniti Piccoli, per gioco scorretto, Bonetti per ostacolo alla rimessa in gioco. Tiri totali 11-11, nello specchio 3-7, parati 1-6, respinti/deviati 5-1. Corner 5-6, recupero 2′ e 5′.

Alessandria – La testatona schiacciata di Borghini sull’ultimo tiro di Giorgione dalla bandierina non basta. Tremendamente tardi per poterla raddrizzare evitando il quarto ko di fila di un AlbinoLeffe in disarmo, che il neo mister Foscarini alla seconda panchina da post Biava non riesce ad allontanare dalla crisi. Perché la new entry Compagnon in precedenza aveva deciso le sorti della sfida a favore della Juventus Next Gen, sganciando l’angolo a rientrare per la zuccata piega-guantoni di Sersanti sotto il primo incrocio e il lancio da destra per controllo orientato e sinistro incrociato beffa-capitano di Cerri già allo scadere. Sarà anche stata l’aria di derby, peraltro mai vissuto a livello giovanile, ma l’ex atalantino (Under 17 e Primavera) Massimo Brambilla ha inguaiato ulteriormente un collettivo reduce dal triplo ko con Triestina, Arzignano e Renate.
Manca il gioco e forse pure la voglia di costruire, a dispetto di una tenuta difensiva migliore finché è durata, grazie alla virata a quattro. Inutile, poi, provarci più che altro da dove ci vuole il prefisso oppure comunque di seconda (vedi Zoma, mai a suo agio da esterno o laterale, da corner al minuto 62). 4 punti nelle ultime 8 giornate dopo la doppietta interna Pro Sesto-Pergolettese, vincendo in seguito solo col Novara in trasferta, sono una media da retrocessione diretta, altro che terzultimo posto fisso da tempo a quota 34.
Sussulti non ne sono mancati. La punizione tirocrossata dalla destra del sannita, riciclato a spalla offensiva, alle soglie del quarto d’ora sorprende Raina ma si allarga troppo, un pericolo relativo rispetto a quello del duo Mulazzi-Pecorino alla sporca dozzina quando è Gelli a dover anticipare in scivolata Pecorino dopo la profondità concessa dal rientrante Saltarelli (2 mesi out) al laterale locale, lanciato verso il fondo da Riccio. Segue la piccola miccia dalla distanza di Sekulov, appoggiato sempre e comunque da Soulé, solo che stavolta in verticale, smorzato da quello che difendendo a tre normalmente è il perno seriano, e Cocco, che riceve da Saltarelli sullo schema da rimessa laterale, si gira saltando il fantasista e dalla lunghissima (23′) impegna il portiere juventino in due tempi. Manca una manita cronometrica alla questionaccia risolta dal fiorentino voltando la schiena, a costo di rimetterci la faccia (che pallonata!), all’italo-macedone, appoggiato dal tocco dentro del compagno di reparto dalla destra.
La regola della combinazione in esclusiva tra i due trova l’eccezione a un poker dall’intervallo, perché per una volta l’argentino (quasi) tuttosinistro pesca sul vertice destro il suo centrattacco, pronto a rientrare sul parimenti preferito mancino salvo allargare la traiettoria sul ritorno del terzino sinistro ospite d’occasione a protezione dei centrali dalla stessa maglia.
Poche altre schermaglie in attesa dalla pausa, spia di un certo timore di sbagliare o sbilanciarsi sui due fronti. Al 33′, l’avvisaglia di futura intesa al rovescio tra terminale e suggeritore bianconeri, ovvero scarico per piattone girato da fuori non con potenza e decisione tali da richiedere più d’un tuffetto a Offredi. Un altro tris d’orologio e lo spivente di Doumbia dall’estrema destra diventa un tiro per il guantipede nemico, costretto a correre incontro affannosamente al pallone avendo pure difficoltà a trattenerlo. Se la prima metà si chiude con la bomba da fermo del sardo dritta in curva, al rientro dal tunnel cambia il nove ospite, Cerri, ma non l’efficacia gelliana (3′) che spezza tempestivamente la trama col solito pendolino. Niente di così nitidamente vicino a una chance, come del resto anche il taglio dell’ivoriano (5′) appena tardivo sull’allungo di di Brentan, almeno fino alla stoccata all’improvviso di Cocco ancora dalla lunga, al di là del quarto d’ora: il rilancio di Gelli trova incerto il braccetto destro juventino nel contrasto con la prima punta in giallo, mentre l’uomo tra i pali è un gatto magico nel rintuzzare in corner la minaccia a scendere verso l’angolino.
In attesa del patatrac e dei fuochi d’artificio nel recupero, il conato brentaniano centrale dopo la doppia respinta in aria della retroguardia di casa (Huijsen) sulla punizione davanti alla sua area di Offredi, lo stesso che si distrae un po’ sul rompighiaccio insieme ai marcatori da fermo-belle statuine Gusu-Doumbia. Cocco è l’unico a crederci provando a dire trentatré sul traversone del rumeno sbucciato da Riccio, che poi salva capra e cavoli strozzando sul fondo la battuta del veterano. Il tiro-cross di Genevier dal centrosinistra è solletico puro, all’84’, niente a che vedere col 77′ dell’assistman vincente riprendendo (sfera sopra il montante) il tentativo di Besaggio da corner. Il bello è che la Bluceleste conclude nello specchio magari due volte volte tanto, ma non sa dosare l’acuto a dovere, come lo sfondatore che accarezza appena di fronte il tracciante del più che quarantenne francese nei pressi del novantesimo. Nel menù di marzo, due domeniche allo Stadium contro Pro Vercelli e Padova inframezzate dal mercoledì a Seregno dal Sangiuliano City, prima di chiudere il mese a Busto Arsizio. Ma, a Manconi fermo (fino a quando?) per noie all’inguine, non si capisce da chi potrebbe arrivare la scossa, al netto dei numeri sotto porta.
Simone Fornoni

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