Della serie, le verità ufficiose che tanto somigliano al classico segreto di Pulcinella. L’istanza per il ripescaggio è datata martedì 26 luglio, in tempo utile, e l’ufficialità dalla Lega Pro arriverà solo il 4 agosto. Ma l’AlbinoLeffe, matematica alla mano, l’ha sfangata anche stavolta. Undici defezioni bastano e avanzano per cucire sugli sbreghi anche la toppa bluceleste. Seconda caduta agli Inferi di fila, secondo paracadute. La necessità di portare a sessanta gli organici del terzo campionato professionistico nazionale ha avuto la meglio su qualunque altra considerazione. E così il sodalizio del presidente Gianfranco Andreoletti, che si ripresenta ai nastri di partenza con il diesse Simone Giacchetta al posto del dimissionario Aladino Valoti, il genio della lampada che ha ritenuto di aver esaurito le strofinate magiche per tenere a galla la bagnarola, e l’ex Tuttocuoio Massimiliano Alvini come allenatore, dall’”Atleti Azzurri d’Italia” non si schioda nemmeno nella stagione alle porte.

Il bando per il pubblico incanto dello stadio, che vale sette milioni e ha il “rivale” atalantino Antonio Percassi come acquirente scontato nonché pretendente unico, è atteso tra autunno e inverno prossimi, ma hai voglia a sloggiare l’attuale co-affittuario ad annata in corso. Destinato a sfuggire alle grinfie della serie D al pari di Melfi, Lupa Roma, Racing Roma e Monza, in attesa che alle miracolate si aggiungano – parola del presidente di Lega Gabriele Gravina – Olbia, Fano, Forlì, Cavese, Reggina, Taranto e Vibonese. Tra l’Uomo di Colzate e quello di Clusone la continuazione del braccio di ferro, leggi il fifty-fifty sulla ristrutturazione dell’impianto non ancora onorato a detta dei cugini ricchi, è pressoché garantita. Una querelle che si gioca su un doppio livello, quello del progetto tecnico e dei numeri, perché in meri termini di pubblico e bacino d’utenza il confronto è ovviamente impari. La Celeste, ben lungi dal poter riesumare dal cassetto dei bei ricordi la Favola AlbinoLeffe che nella primavera del 2008 perse l’appuntamento storico con la A nelle due finali col Lecce, lotta per affermare il proprio diritto di esistere e di non mollare la particina di secondo polo d’attrazione del calcio nostrano.

Il ruolo di un copione non scritto che andrà onorato a dispetto delle difficoltà incontrate da qualche anno a questa parte. Il toscanissimo Alvini, quarantaseienne col merito storico di aver portato in C il club in cui fino a qualche tempo fa agiva da centravanti l’ex nerazzurro Corrado Colombo, è il decimo traghettatore dei seriani dalla cadetterìa perduta (2012) a oggi. La valorizzazione di Andrea Belotti da parte del guru di Pagazzano Alessio Pala e i playoff del 2014 by Elio Gustinetti paiono appartenere al passato remoto. Bisognerà fare mercato e anche in fretta, anche se c’è quasi tutto agosto a disposizione, perché l’organico attuale è da semipro fino a prova contraria. A Zanica, agli ordini di quel Michele Facciolo (panchina sicura alla Berretti di casa) cui nella passata stagione non è riuscita l’impresa di raddrizzare la baracca dopo gli interregni di David Sassarini e Marco Sesia, vedi ko nei playout col Pro Piacenza, c’è una truppa di venti capitanata dal roccafranchese Antonio Magli, in attesa di nuovo contratto, un mastino mancino con una tempra e due palle grandi così. La chioccia venticinquenne, bresciana della Bassa, scuola Rondinelle, di un gruppo risicato all’insegna della gioventù e spesso del campanile. Rimanere a disposizione è un atto di fede o poco ci manca. I portieri sono Lazzarini (’95), di ritorno dal Lecco come Barzaghi (’96) e Luigi Fratus (’97), e il confermato Simone Cortinovis (’96), più i sedicenni Alborghetti ed Esposito. Tra i quasi anzianotti, altri ventenni come Bentley e Moreo (rientrato dalla Virtus Entella Primavera). A ruota, i baby nel vero senso del termine, spesso con un background recente da dilettanti: i ’97 Caon (Caronnese), Capelli (Caravaggio), Duca (Grumellese) e Stronati, i ’98 Luca Belotti, Simone Fratus, Mandelli, Parolini, Perego, Ravasio e Zambelli. Ci sarà da lavorare duro e in fretta. Il futuro? Lo stadio conteso che ben presto avrà un padrone in grado, a fine maggio, di sloggiare lo scomodo condomino? Chi vivrà, vedrà.

Simone Fornoni